Formarsi attraverso l’attualità. Percorsi possibili. Borla, Roma, pp. 215. Lampignano A. (2005)
Il dibattito analitico sulla formazione personale riceve dal testo di Alberto Lampignano, Formarsi attraverso l’attualità. Percorsi possibili , un valido e prezioso contributo.
Il volume si compone di un’introduzione e di cinque capitoli.
Nell’introduzione, l’autore spiega come il suo obiettivo sia quello di proporre l’esperienza formativa, « secondo un metodo che attinge al sapere psicoanalitico », utilizzando, a titolo esemplificativo, alcuni propri percorsi personali di elaborazione, scaturiti dalla presa di contatto con accadimenti più o meno eclatanti della nostra cronaca quotidiana. In questo modo, egli evidenzia da subito il carattere di attualità del metodo formativo. Infatti, la vita odierna ci sottopone a continui nuovi stimoli, alcuni dei quali traumatici, comunque spesso troppo numerosi e ravvicinati nel tempo per un “sereno metabolismo” degli stessi. A ciò si aggiunge un contesto sociale di riferimento le cui norme e ruoli, nonché i valori, si presentano molto meno definiti di un tempo, il che rende i processi decisionali e le scelte delle persone ancora più complessi e problematici.
Da questo vertice, come spiega Lampignano, la proposta del metodo formativo, contenuta nel volume, si configura come « una terza possibilità », nei confronti dei due rischi più probabili di fronte alla necessità propriamente umana di dare un senso a quello che accade: « il ricorso ai propri pregiudizi, oppure la richiesta ad “esperti” di spiegazioni tecniche generali, buone per tutti ». A questo proposito, l’autore sottolinea che la sua idea di formazione attraverso l’attualità riguarda eminentemente un metodo, non un « oggetto da accogliere nella sua totalità mediante un’operazione identificatoria ».
Il discorso di Lampignano, teso dunque a illustrare tale metodo, che attivi un percorso di riflessione personale sugli accadimenti e che sia foriero di maggiore conoscenza di sé e quindi di maggiori “gradi di libertà” nel proprio vivere, viene ben fondato dal punto di vista teorico nei primi capitoli del volume. In primo luogo, vengono approfondite diverse angolature del processo formativo: formazione come « apprendere ad apprendere », come metodo appunto che renda via via autonomo il discepolo dal maestro, e formazione come « attitudine all’ascolto delle emozioni ». Il nucleo centrale della nozione di formazione, infatti, è quello di un « viaggio di conoscenza emozionale dentro di sé », attraverso una pratica che è eminentemente « dialogica », ossia basata su un profondo scambio emotivo fra analista ed analizzando (formatore e formando), tale da produrre impatti e cambiamenti nella stessa identità della persona, dal momento che « l’identità non è qualcosa di stabile, ma è qualcosa che si costruisce nel tempo secondo un processo inventivo ».
La base teorica del metodo, come già accennato, è quella psicoanalitica, di cui Lampignano esplicita i propri riferimenti all’inizio del terzo capitolo: la gruppoanalisi e in particolare il pensiero di Diego Napolitani. La teoria della mente che l’autore accoglie è quindi basata sull’idea di “ matrice relazionale ”, quale componente fondativa della mente stessa e tuttavia non struttura immutabile né esaustiva bensì affiancata da quella « componente soggettiva » che « trae alimento dall’«essere carente» […] dell’uomo, il quale non essendo come tutti gli altri animali attrezzato di istinti per la sopravvivenza rispetto all’ambiente che abita, crea […] simboli […] cultura […] ; la conoscenza è la sua risorsa fondamentale per vivere. La componente soggettiva ricrea continuamente quindi il mondo e il Sé ». Ecco allora come, grazie a questo contributo, i temi della crescita personale e dell’identità da un lato, e quelli della conoscenza e della formazione personale, nonché della formazione « attraverso l’attualità », dall’altro, si collegano e acquisiscono reciprocamente un più ricco significato.
Nel quarto capitolo, Lampignano racconta il proprio vissuto rispetto ad accadimenti di cronaca di vasta portata emotiva, quelli che definisce « i percorsi possibili » di questo viaggio di conoscenza interiore. Solo per fare alcuni esempi significativi, si possono ricordare: un parricidio, l’attacco alle Torri Gemelle, la proposta di chirurgia plastica per persone affette dalla sindrome di Down, il caso di un giovane pedofilo omicida, le reazioni diverse di parenti stretti di vittime di omicidi efferati, ecc. Ognuno di questi episodi rappresenta lo spunto per un percorso, non assoluto ma appunto “possibile”, che è servito all’autore per riflettere sulle emozioni in lui suscitate, sulle idee scaturite a caldo, sulle parti di sé che maggiormente egli ha sentito chiamare in causa da questi avvenimenti, che, così affrontati, cessano di essere uno sterile “bombardamento” per ognuno di noi, bensì diventano occasione di crescita.
Per questo motivo il volume si conclude ricordando il mito di Odisseo, la cui rilettura da parte di Lampignano, ancora una volta, consente di riflettere sull’identità: « Odisseo può rappresentare l’eroe che fa un percorso esistenziale, attraversato da tante peripezie, per accrescere la conoscenza di sé e del mondo, per poter così arricchito e trasformato affrontare le componenti distruttive (i Proci) che in casa sua, ossia dentro di sé, ostacolano e impediscono il godimento dei suoi affetti più cari e più profondi ».
Si consiglia dunque vivamente la lettura di questo volume, che ben si presta sia quale ausilio didattico, nel far comprendere il significato della formazione personale, sia, per gli addetti ai lavori e non, quale testo di riflessione e ricerca personale, a partire dai più vari stimoli che la vita odierna ci offre, al fine di facilitare, con le parole di Lampignano, « il viaggio interiore che l’uomo – dall’età di Omero in poi – deve affrontare per acquisire la sua umanità, la sua verità, per poter gestire in piena autonomia i suoi affetti ».