L’adozione, un’affiliazione-filiativa
Abstract
Numerosi miti e fiabe narrano del destino spesso straordinario di bambini adottati, bambini che sembrano trarre beneficio da nuove alleanze. Tuttavia la clinica riporta spesso anche storie dominate dall’angoscia dell’abbandono e da ferite narcisistiche.
Il bambino adottato subisce due processi simbolici che fondano la sua individuale soggettività: il contratto narcisistico originario che lo lega al suo gruppo di origine e assicura la trasmissione della vita psichica; il contratto narcisistico secondario che lo inscrive e coinvolge nella nuova filiazione familiare. Affinché l’adozione non sia un esilio c’è bisogno che si stabilisca una nuova alleanza, una sintonizzazione tra la vita psichica nascente e la famiglia che lo accoglie con il suo ambiente sociale e culturale. Alcune famiglie tuttavia non sembrano capaci, nella loro sofferenza, di riuscire a farsi carico del lavoro di ibridazione e di elaborazione necessarie alla vita psichica individuale e dell’insieme. Solo un lavoro gruppale familiare permette di accedere alle formazioni costitutive e in gioco nei legami familiari: è il lavoro della Terapia Familiare Psicoanalitica.
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02_EvelyneGranjon