“Il campo analitico. Un concetto clinico”

a cura di A. Ferro – R. Basile

Il campo analitico a cura di A. Ferro e R. Basile si presenta come un “campo” di prospettive teoriche rispetto al concetto clinico di campo analitico; l’insieme di articoli presenti nel testo permette di “entrare” nel campo clinico da diversi vertici possibili attraverso la decostruzione di vecchie teorie per giungere a nuovi possibili prospettive teoriche fino ad una visione allargata di campo. (C. Neri).
Il testo permette al lettore-analista di potersi aprire al concetto di campo analitico come nel suo lavoro terapeutico con i pazienti in cui egli deve essere aperto all’imprevisto, all’ignoto, alla possibilità di ascoltare il campo con una distanza critica dalle teorie di riferimento in cui la teoria analitica funge da cornice di riferimento. In tal modo non si corre il rischio di trasformare la lettura/seduta in una innocua discussione teorica rispetto ad una terza persona, il paziente (B. Joseph).
Freud parlando di “attenzione liberamente fluttuante” indicava la possibilità per l’analista di essere aperto a tutto ciò che si presenta nel campo analitico senza pregiudizi e senza cercare conferme di ipotesi precedenti. Contributi diversi permettono la ricerca di una tecnica analitica che mira all’azione terapeutica.
Il concetto di campo nasce nella ricerca nella psicoterapia di gruppo e i primi a parlare di campo bipersonale sono W. e M. Baranger, i quali paragonano il campo analitico alla messa in scena delle fantasie primitive del paziente.
J. S. Grotstein definisce la seduta analitica una rappresentazione teatrale in cui il nostro regista inconscio ingaggia gli altri per recitare ruoli che il nostro drammaturgo inconscio continuamente crea per drammatizzare momenti di significato emozionale che esigono attenzione nel nostro mondo interno. Il testo è scritto da una arcana presenza ignota ad analista ed analizzando. Il teatro è il setting e gli attori, analista ed analizzando, recitano i loro ruoli.
Il testo presenta un confronto sulle teorie del campo con implicazioni cliniche e teoriche permettendo l’emergere di una nozione allargata di campo in cui vi sia la confluenza di nozioni teoriche come la funzione alfa, la rèverie, la narrazione, il sogno.
All’interno della rappresentazione teatrale-campo è possibile “sciogliere le emozioni in narrazione” (C. Neri), emozioni che emergono all’interno del campo e solo narrandole è possibile superare quello che i Baranger definiscono “bastione”.
Il narrare all’interno del campo permette di dare forma e rendere rappresentabile e pensabile qualcosa che appare implicito o è parte della realtà emozionale; l’elemento narrativo permette di regolare la qualità affettiva del campo trasformando la “non comunicazione” e permettendo la trasformazione co-narrativa e cooperazione dialogica (A. Ferro).
Si presenta così la possibilità di affidarsi ad un Terzo, il campo.
Campo – teatro in cui il paziente sogna e in cui il sogno è forma di espressione e contenimento di emozioni e vissuti che andranno incontro a trasformazioni all’interno del campo analitico.