“Dopo un parto cesareo. Come rispondere alle esigenze di mamma e bambino” di Ivana Arena.
In un suo famoso aforisma Galeno afferma: “Ricordati che il miglior medico è la natura: guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi”. Venti secoli dopo Ivana Arena torna, con parole piene di passione, a ricordarci quanto il nostro corpo sano funzioni in modo praticamente perfetto, finchè interferenze esterne non vadano a creare un disturbo in questa meravigliosa “macchina”.
L’Autrice, facendo una disamina dell’evoluzione del concetto della donna e della gravidanza nel tempo, evidenzia quanto attualmente si sia persa la concezione di “fisiologia”. Con ottime spiegazioni sull’influenza ormonale di una donna in gravidanza, Ivana Arena sottolinea quanto sia difficile attualmente partorire in un’ospedale, dove alcun elemento riesce a far si che la gestante si senta a suo agio, in un clima di familiarità. Quest’ambientazione fa si che la partoriente abbia delle complicazioni che giustificano l’utilizzo di interventi medici, come l’anestesia, la somministrazione di ossitocina artificiale e, soprattutto, il taglio cesareo. L’Autrice sottolinea infatti come quest’ultimo possa creare problemi nelle donne, non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico: spesso le madri che hanno subìto un taglio cesareo provano un senso di sconfitta, per il fatto di non essere riuscite a dare alla luce il proprio bambino con le loro forze. Nel libro vengono elencati i casi in cui quest’intervento è però necessario, e l’Autrice non nega assolutamente l’utilità di questo in casi di necessità, ma ne denuncia un abuso, soprattutto a carico della cosiddetta “medicina difensiva”.
Ivana Arena è un’ostetrica, diventata tale dopo aver vissuto un cesareo, ma prima di questo è una donna e una madre. Da questo libro si evince il dolore che ha provato, e che ha accumulato per un fine maggiore: quello di aiutare altre donne. L’Autrice non è una psicologa, ma una donna che sente quanta sia l’importanza del supporto emotivo verso chi sta per dare alla luce il proprio figlio e si trova in una condizione nuova, in balìa di pressioni esterne di medici, familiari e conoscenti. Sottolinea, inoltre, l’importanza in questa fase della figura dell’ostetrica, che può aiutare la futura madre, sostenendola emotivamente, empatizzando con lei, al fine di creare un ambiente favorevole alla nascita del bambino.
La letteratura psicologica sottolinea da anni l’importanza per la donna in gravidanza e nel post-partum, di vivere in un ambiente emotivo stabile, libera da intrusioni esterne per potersi occupare di sè e del bambino. Ivana Arena, grazie alla sua esperienza di ostetrica, sottolinea però come spesso questo non avviene: i frequenti controlli medici e le pressioni a cui è sottoposta una donna in gravidanza spesso non favoriscono questo clima emotivo di stabilità auspicabile.
In psicanalisi è ormai noto come la nascita di un bambino sia una fase fondamentale del ciclo di vita femminile: in questo momento la madre può riorganizzare il proprio mondo interiore, creando uno spazio adatto a contenere l’idea di un bambino e di se stessa come genitore. Durante la gravidanza e l’accudimento del proprio figlio la donna vive delle trasformazioni, acquisisce ed integra le funzioni materne, la capacità di prendersi cura, di proteggere e di entrare in sintonia col bambino.
La nascita di un figlio, però, oltre ad essere considerata un importante “fase di sviluppo”, è anche espressione di una “crisi”. Questa crisi è connessa con l’indebolimento del senso di identità che la futura madre sperimenta in questo periodo. In questa fase la donna ha bisogno di una profonda riorganizzazione della realtà esterna e del mondo psichico. Inoltre la gestante tende a fantasticare su come sarà il suo bambino e sul momento della nascita. Se vi è uno scarto troppo grande fra l’esperienza immaginata e quella reale, alcune donne possono creare della rappresentazioni negative di sè e del figlio.
Dalle esperienze di donne che riportano il loro vissuto in questo libro, si evince infatti quanto l’intervento dei medici nella nascita del bambino (tramite taglio cesareo, anestesia, episiotomia) possa scatenare nella donna un senso di inadeguatezza ed insoddisfazione, per il fatto di non essere state capaci da sole di dare la vita al proprio figlio. In alcuni casi queste idee si ripercuotono anche sul successivo accudimento del bambino, sia per il dolore fisico che il taglio cesareo comporta nel momento in cui la madre vorrebbe allattare il proprio figlio, sia per le senzazioni di inefficacia come madri.
Ivana Arena con le sue parole si rivolge sia a chi ha vissuto un parto cesareo, sia a chi ancora non sa come sarà la nascita del proprio bambino. L’Autrice dà delle risposte esaustive riguardo i meccanismi fisiologici ed emotivi a cui va in contro una donna in gravidanza, nell’augurio di poter essere utile ad ampliare le conoscenze delle donne su una fase della vita così importante, che si ripercuote su due vite: quella della madre e quella del figlio.
Vorrei concludere questa breve recensione con una citazione del filosofo olandese Baruch Spinoza: “Tutte le cose e le azioni esistenti nella Natura sono perfette”.