La relazione di coppia: strumenti di valutazione di Alessandra Santona, Giulio Cesare Zavattini
La teoria dell’attaccamento ha influenzato profondamente la ricerca e la visione classica della psicopatologia dello sviluppo dando maggiormente attenzione alle funzioni interpersonali rispetto allo studio della mente individuale estendendo, via via, la sua area ‘indagine oltre i confini dello studio dell’infanzia e delle prime relazioni con i genitori. L’attaccamento come portato motivazionale gioca, infatti, un ruolo vitale – “dalla culla alla tomba” – delineandosi come un modello dello sviluppo che copre tutto l’arco vitale. In secondo luogo la teoria dell’attaccamento ha enfatizzato sempre più, rispetto all’iniziale accentuazione del sistema comportamentale d’attaccamento, il valore della dimensione “rappresentazionale” ed il ruolo dell’interiorizzazione dei contenuti affettivi e del sistema di significati costruito nell’esperienza con le figure di accudimento. All’interno della teoria dell’attaccamento vi è stata, infatti, una rilevante evoluzione alla fine degli anni settanta che ha sottolineato maggiormente il tema del “sentirsi sicuri” piuttosto che quello della vicinanza fisica, permettendo di riconcettualizzare la teoria in termini di regolazione affettiva, ovvero nel modo di rapportarsi alle emozioni negative. Questa trasformazione ha contributo a disancorare la teoria dell’attaccamento da una prospettiva che ha fatto eccessivamente della prima infanzia il baricentro essenziale di tutto lo sviluppo affettivo, rivalutando il ruolo delle altre tappe nel life-span e il ruolo delle altre figure – multiple-caregivers -, del padre in primo luogo ed infine delle relazioni sentimentali di coppia
E’ proprio rispetto a questo tema così rilevante nella vita reale delle persone e dell’immaginario collettivo – le relazioni romantiche – che si rivolge il saggio d’Alessandra Santona e Giulio Cesare Zavattini, espressione, inoltre, del lavoro di un gruppo di ricerca affiatato, che fa capo all’Insegnamento di “Psicodinamica della coppia con elementi di psicoterapia” presso l’Università La Sapienza di Roma.
La ricerca ed il lavoro clinico con le coppie ha avuto, infatti, in questi anni un grande sviluppo sia all’interno del movimento psicoanalitico, risentendo in Francia dell’influenza della psicoanalisi di gruppo e del lavoro di Kaes e Eiguer, nei paesi anglosassoni dei paradigmi dei modelli delle relazioni oggettuali e della versione più intersoggettivistica del concetto d’identificazione proiettiva, sia all’interno della prospettiva psicosociale ed, appunto, nella teoria dell’attaccamento dove, dopo il pioneristico lavoro di Hazan e Shaver, gli studi si sono moltiplicati aprendo nuove prospettive alla comprensione delle relazioni sentimentali e nel campo del sostegno alla genitorialità.
Il quesito che appare oggi più stimolante e controverso, trae, infatti, origine dal tentativo di verificare se la teoria dell’attaccamento possa essere applicata alle relazioni romantiche, quanto ed in che modo, i modelli relazionali messi a punto nella famiglia di origine tendano a essere estesi alle relazioni adulte
In questo volume il gruppo di ricerca ha sviluppato alcune questioni di fondo relative al campo delle relazioni romantiche e presenta anche i risultati di vari studi e ricerche nell’ambito delle quali sono stati utilizzati tanto strumenti narratologici che self report.
Gli autori affrontano preliminarmente la questione della struttura del costrutto dell’attaccamento romantico, a partire dalla funzione relazionale e interpersonale e di quella intrapsichica di tale tipo di legame.
Nella prima parte del saggio viene affrontata una questione chiave, che ha prodotto, anche recentemente, un controverso dibattito, vale a dire il tema della continuità/discontinuità tra l’attaccamento infantile ed adulto. Si tratta, infatti, di appurare se l’attaccamento costituisca un tratto durevole di un individuo, tale da influenzare il suo funzionamento nelle relazioni intime, o se invece esso rifletta e venga modificato dall’esperienza dei soggetti nell’ambito delle relazioni recenti e adulte
Se teniamo conto della prima prospettiva, sarebbero soprattutto le relazioni primarie dell’infanzia, generalizzate nei Modelli Operativi Interni, ad avere un’influenza sulla formazione delle relazioni negli anni successivi, tanto in adolescenza che in età adulta, nella seconda ipotesi invece vi sarebbe una discontinuità tra passato e presente, perlomeno non vi sarebbe una trasmissione così lineare degli schemi costruiti dell’infanzia e i fenomeni di coppia andrebbero più letti all’interno dell’incontro tra due organizzione psichiche e sulla loro reciproca influenza nel qui e ora.
Sono temi che i lettori di Funzione Gamma conoscono bene rispetto al dibattito relativo al confronto tra il paradigma classico freudiano e i cambiamenti che i modelli di Bion e Foulkes sui Gruppi hanno portato nel movimento psicoanalitico tanto da chiedersi se l’individuo sia un’entità differente rispetto al gruppo, che è costituito da un insieme di individui e, se, quindi le due entità, ossia quella individuale e quella collettiva, sono qualcosa di completamente diverso.
Tornando al saggio qui presentato, nella parte iniziale gli autori descrivono le tappe dello sviluppo delle relazioni romantiche adulte: fase di preattaccamento-flirting; fase della formazione dell’attaccamento-innamoramento; fase dello attaccamento ben delineato, evidenziando varie analogie tra il comportamento amoroso dei soggetti adulti e certi aspetti della relazione primaria madre-bambino, sia per quanto riguarda le caratteristiche emotive, sia per quanto concerne gli aspetti motivazionali; un aspetto già evidenziato tanto da Bowlby che da Freud.
Infatti il legame di attaccamento risponde anche in età adulta ai requisiti chiave di un legame di attaccamento, vale a dire: base sicura e rifugio sicuro che assicurano, rispettivamente, la sicurezza e la stabilità che consente e potenzia i comportamenti esplorativi, così come la consapevolezza di una presenza emotiva che assicura conforto nei momenti di stress. Questi aspetti vengono analizzati alla luce dei sistemi comportamentali tipici dell’età adulta, vale a dire il caregiving e la sessualità.
Il filo rosso che attraversa il volume è il dibattito sul tema della marital quality, anche per le implicazioni che tale tematica ha sulla stabilità/instabilità dei legami di coppia, per gli effetti sugli stati di benessere o malessere dei membri e sulle eventuali conseguenze sui figli.
Va anche detto che l’interesse e le aree applicative di questo ambito di ricerca sono significative se teniamo conto che la relazione di coppia è da tempo considerata uno dei più potenti indicatori del benessere personale e familiare (Stack, Aeshleman, 1998) e che recentemente, in ambito clinico, è aumentata l’esigenza di programmi di prevenzione e intervento sempre più accurati (Rossier et al, 2006) nell’ambito della relazione coniugale e non coniugale.
Nel volume vengono affrontate le confusioni teoriche e terminologiche relative al costrutto della marital quality, insieme alla mole di studi nell’ambito dei quali è stato assimilato rispettivamente a quello di soddisfazione, successo della relazione, adattamento, complicità ecc.
Un bias concettuale individuato è quello della mancanza di chiarezza di molti studi rispetto allo oggetto di indagine della marital quality, gli autori precisano che la letteratura presenta talora una confusione rispetto alla percezione del sentimento individuale e alla percezione del sentimento di coppia; il primo fa riferimento alla valutazione soggettiva ed individuale dei membri di una coppia rispetto ai personali sentimenti di soddisfazione, benessere, gioia ecc; la seconda fa riferimento alle valutazione dei soggetti circa gli stili di comunicazione e/o di conflitto esistenti nella relazione.
Ronconi, Santona, Velotti e Zavattini nel primo e nel sesto capitolo operano una sistematizzazione di varie questioni teoriche ancora in sospeso, operando un’opzione rispetto a quella che è stata definita la natura diadica della relazione , posizione che fa riferimento ad una idea della discontinuità dei modelli operativi; in sostanza, come molti studi attuali suggeriscono (Feeney, 2004), nell’ambito di una relazione significativa come quella di coppia i modelli di attaccamento dei due partner incidono sulla formazione e sull’evoluzione del legame, ma sono soprattutto le dinamiche della relazione ad influire sui modelli di attaccamento dei soggetti andando a costituire una nuova realtà di metalivello differente rispetto agli schemi individuali precedenti.
Questa posizione viene illustrata tramite esemplificazioni cliniche condotte attraverso la presentazione di alcuni degli strumenti più accreditati nell’ambito della valutazione dell’attaccamento adulto nel settore della coppia e della famiglia.
Pace e Messina illustrano il livello rappresentazionale della ricerca sull’attaccamento tramite l’uso dell’Adult Attachmenti Interview, strumento ormai molto conosciuto in ambito clinico e di ricerca, ma forse meno utilizzato all’interno degli studi di coppia.
Una delle novità del volume consiste nella presentazione della Current Relathionship Interview (CRI), intervista semi-strutturata finalizzata alla valutazione della rappresentazione di attaccamento relazione-specifica , e messa a punto da Judith Crowell nell’ambito dello Stony Brook Adult Relationship Project (2003) . Gli autori, oltre a presentare le caratteristiche dello strumento, ne illustrano le aree di indagine: background sentimentale, relazione romantica attuale, rifugio sicuro, base sicura, passato (inteso come qualità del matrimonio dei genitori) e futuro, e presentano una panoramica degli studi e delle applicazioni dell’intervista, commentando in particolare le ricerche longitudinali che hanno valutato il cambiamento dei modelli di attaccamento individuali (generalized) rispetto ai modelli di attaccamento specific, (di coppia).
Lo strumento, nuovo per il pubblico italiano, viene illustrato sia rispetto all’articolazione delle domande che rispetto alle modalità di classificazione e alle categorie di attaccamento previste. Segue una esemplificazione clinica con l’uso dell’intervista che conferma l’attenzione degli autori non solo per gli aspetti teorici dell’attaccamento di coppia ma anche per la diffusione degli strumenti di valutazione della qualità delle relazioni significative nei vari ambiti dell’intervento clinico.
Tale attenzione è confermata dalla trattazione della valutazione di tipo categoriale e di tipo dimensionale nell’ambito degli strumenti self report dell’attaccamento romantico, curata da Castellano e Fanizzi, che presentano l’Experiences in Close Relationships (ECR-R) di Fraley, Waller e Brennan, commentandone tanto le caratteristiche psicometriche che la fruibilità in campo clinico, anche con un esempio che valuta tanto l’attaccamento individuale che il maching di coppia.
La stretta parentela tra la teoria dell’attaccamento e il paradigma psicodinamico viene affrontata nel quarto capitolo del volume, di Zaccagnini, Messina e Zavattini che tratta dei legami teorici tra il costrutto della funzione riflessiva e l’attaccamento romantico. In questo capitolo gli autori sviluppano alcuni temi di fondo all’interno dei due paradigmi, vale a dire l’associazione tra la capacità di “leggere” lo stato mentale del bambino da parte del care-giver e l’acquisizione della capacità di mentalizzare, cioè della capacità di rispondere, anche nella vita adulta, in modo flessibile ed adattivo, ai singoli scambi interpersonali.
L’originalità dell’approccio degli autori sta nell’aver applicato la scala della funzione riflessiva, messa a punto da Fonagy e Target (1997) al trascritto della Current Relationship Interview, introducendo il costrutto d’affettività mentalizzata, un tipo di regolazione affettiva che tratta la gamma degli affetti attraverso le lenti dell’autoriflessività e che viene considerato dagli autori come uno dei requisiti per una soddisfacente vita relazionale.
Infine la rassegna degli strumenti presenta nell’ultimo capitolo con la presentazione del Couple Life Space, a cura di Delogu e Santona. Si tratta di uno strumento proiettivo di tipo congiunto che deriva dell’adattamento alla relazione di coppia del più noto Family Life Space della Mostwin (1980, 1982) e che consente, attraverso la rappresentazione grafica, di cogliere il tipo e la qualità del rapporto che la coppia ha con la famiglia di origine e con il contesto sociale. Le autrici commentano il profilo dello strumento sottolineandone la sua utilità nel campo delle interazioni problematiche e la sua capacità di rilevare come la coppia governa lo spazio di vita comune sia rispetto al qui ed ora (della coppia) che rispetto a possibili eventi critici.
Queste ultime considerazioni ci inducono a pensare che una probabile nuova sfida che il paradigma dell’attaccamento dovrà affrontare sarà il passaggio – o il confronto – da una base di partenza inizialmente individuale ad una spiegazione delle dimensioni intersoggettive. In questo senso l’area delle dinamiche di coppia si presenta come un territorio ricco di nuovi spunti sia sul piano epistemologico, sia sul piano di strumenti adatti a cogliere il rapporto tra intrapsichico ed interpersonale.