Da Jung a Bion: un ponte infinito

Abstract

Il pensiero di Jung ha sotterraneamente e profondamente influenzato l’opera di Bion. Ostracizzata dal mainstream del discorso psicoanalitico più tradizionale la creatività della ricerca junghiana è prepotentemente riemersa nel pensero di Bion, nella sua rivoluzione della teoria e della tecnica psicoanalitica. La funzione trascendente junghiana, la sinergia di conscio e inconscio, è diventata in Bion “binocularità” della mente: ricerca della sincronicità tra processi consci e processi inconsci. L’inconscio collettivo di Jung è confluito nella concezione di un “protomentale” sostanzialmente gruppale e intersoggettivo. Il rilievo dato da Jung alle visioni nella veglia ha permesso a Bion di considerare come la nostra mente sogni sia di notte che di giorno, tanto nel sonno quanto nella veglia. Allora, accanto all’interpretazione analitica, sono venute ad assumere un rilievo terapeutico essenziale anche l’interpretazione costruttiva, le capacità di rêverie e di unisono (at-one-ment) dell’analista: le sue capacità, cioè, di sognare con il paziente al fine di sviluppare il potenziale onirico della seduta.e della coppia analitica. Perché è il non-sogno a essere responsabile delle forme di psicopatologia più grave. E psicoanalisi non è un sostantivo, ma è un verbo: è psicoanalizzare.

Sono queste matrici creative, presenti nel pensiero di Jung e di Bion, che hanno contribuito alla trasformazione della psicoanalisi contemporanea in un vero e proprio metodo per la cura della vita.

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