Bion ed oltre: Identificazione proiettiva e impenetrabilità materna
Abstract
Il concetto kleiniano di identificazione proiettiva è richiamato per spiegare i processi non verbali che caratterizzano la situazione analitica e le relazioni significative. L’autore prende in esame materiale clinico che ha portato Bion a rivedere le formulazioni kleiniane originali. Avvicinando il concetto da una prospettiva Winnicottiana, l’autore suggerisce che il processo relativo all’identificazione proiettiva nonsia tanto fondamentale, come spesso sottolineato, per la vita infantile; piuttosto lo considera collegato con l’impenetrabilità materna. L’autore discute l’assunto kleiniano per cui l’identificazione proiettiva costituisce la modalità fondamentale della comunicazione infantile e suggerisce che la comunicazione primitiva può essere meglio compresa se messa on relazione ai segni o segnali che formano parte integrante dell’attivazione emotiva. Questi segni non sono proiettati dal bambino in una madre riluttante, ma vengono percepiti e letti dalla madre da una posizione affine a quella che possiamo definire come “la preoccupazione materna primaria” (Winnicott). La madre che immagina e sente se stessa nella situazione del bambino. Da questa prospettiva, l’identificazione proiettiva può essere considerata come una conseguenza patologica collegata al fallimento materno piuttosto che caratteristica difensiva fondamentale della vita infantile.