Gruppi Omogenei ieri e oggi
Tavola Rotonda con i Soci di Argo
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Tavola Rotonda con i Soci di Argo
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Intervista con Lilli Romeo
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La cura reale di questa edizione è iniziata a un anno di distanza da quando era stata proposta alla redazione. Per un intero anno non vi era stata alcuna risposta dagli autori. Arrivò il Coronavirus. E arrivò una pioggia di contributi, si animò un entusiasmo diffuso: temi, stili, modelli, lessici originali e di valore si moltiplicarono con varie prospettive tematiche. Non sapevamo cosa avesse dato il via all’improvviso: a volte il motore va, ma non il motorino d’avviamento, a volte succede il contrario. Quella volta erano partiti bene entrambi dopo un tempo vuoto. A volte l’inconscio o comune o singolo, si situa nei posti più impensati e difficili da vedere, e si palesa con un movimento di emersione vitale. Continua a leggere
Abstract
Gli autori ricostruiscono la questione del corpo negli scritti freudiani, segnalandone i molteplici aspetti teorici e clinici, e mettendone in luce la complessità concettuale attraverso le varie fasi di evoluzione della scoperta psicoanalitica, dalle origini, con l’isteria, alle manifestazioni silenziose della pulsione morte: vertici estremi del percorso di ricerca freudiano che, sul corpo, ha indicato elementi di riflessione articolati e privi di una sistematizzazione univoca e conclusa. Nella molteplicità delle direttrici teoriche diramatesi dagli spunti freudiani, la prevalenza concettuale della prospettiva “economica”, con i concetti di rappresentazione, affetto e narcisismo, caratterizza il contributo francofono contemporaneo
a cura di Adelina Detcheva
Domanda: Allora, io sarei molto curiosa di avere alcune informazioni rispetto alla sua scelta di campo e del mestiere di medico e di gastroenterologo in particolare.
K: Dunque, la storia comincia così: ero affascinato dal nostro medico di famiglia che abitava a via del Governo Vecchio 67. Noi eravamo allora a via Zanardelli. Eravamo una famiglia con 9 figli, quindi questo amico dei miei genitori veniva regolarmente a trovarci. Oppure andavamo nel suo studio: lì c’era questo famoso lettino pediatrico, con il parquet sottostante corroso dalla pipì dei bambini che visitava e durante la visita i bimbi ogni volta facevano la Continua a leggere
a cura di Adelina Detcheva
Domanda: La prima domanda riguarda l’osteopatia vista un po’ più da vicino. Di cosa si tratta?
Risposta: L’osteopatia è una tecnica prevalentemente manuale che cerca di ritrovare un equilibrio nella persona. Un equilibrio sia da un punto di vista meccanico ma anche fisiologico. Detto questo, va ad agire sia sui tessuti più ossei, articolari, muscolari ma anche su tessuti quali fasce, organi viscerali, oppure ancora in modo più profondo a livello della testa, del cranio e dell’osso sacro. Quindi ci sono delle tecniche che riguardano il sistema muscolo-scheletrico, delle tecniche che riguardano il sistema viscerale e delle tecniche che riguardano quello che noi chiamiamo il sistema Continua a leggere
di S. Bolognini. Raffaello Cortina, Milano, 2019
Recensione di Adelina Detcheva
Partirei dalla pratica clinica. In Flussi vitali tra Sé e Non-Sé, Bolognini inserisce un particolare capitolo dedicato agli strumenti di un clinico; si tratta di strumenti tecnici minimi, “largamente utilizzati da molti psicoanalisti in modo naturale e pressoché istintivo nella loro pratica clinica quotidiana” (p. 77), solitamente non degni di attenzione sufficiente, “ingiustamente poco menzionati nella letteratura analitica” (idem). Dunque, il dialogo clinico naturale fa uso di: “…cioè?”, “…tipo?”, “…in che senso?”; di un “si” universalizzante (invece dell’uso del pronome personale); di “mmmh…”; di un “sei stato capace di…” rivolto al
di G. Civitarese e A. Ferro. Raffaello Cortina: Milano, 2020.
Recensione di Adelina Detcheva
Secondo Freud (1929), «la sofferenza ci minaccia da tre parti: dal nostro corpo che, destinato a deperire e a disfarsi, non può eludere quei segnali di allarme che sono il dolore e l’angoscia; dal mondo esterno, che contro di noi può infierire con forze distruttive inesorabili e di potenza immane; infine dalle nostre relazioni con altri uomini. La sofferenza che trae origine dall’ultima fonte viene da noi avvertita come più dolorosa di ogni altra» (p. 568). L’evitamento del dolore diventa prioritario rispetto al procurarsi il piacere di vivere. Tanto è stato detto e scritto in psicoanalisi sullo statuto del dolore mentale. Molti possono sperimentarlo, ma non riuscire ad esperirlo, sostiene Continua a leggere