Dentro la violenza
Atti del convegno dal titolo “Aprendo il dialogo sula violenza contro le donne” che si è svolto il giorno 11 novembre 2017
Atti del convegno dal titolo “Aprendo il dialogo sula violenza contro le donne” che si è svolto il giorno 11 novembre 2017
Dr W. Gordon Lawrence1934 – 2013
Dr W. Gordon Lawrence touched the lives of many of us across the globe in the worlds of psychoanalytic thinking and organisational consultancy and, as one close associate recently said,he was a friend, he was a colleague, without whom I would have done less, thought less, sensed less, achieved less, has died aged 79.
When working at the Tavistock Institute in the early 1980s, Gordon became convinced that there was a social and political context to people’s dreams. He was heavily influenced by reading The Third Reich of Dreams by the German journalist Charlotte Beradt, (published in 1968), who asked her medical friends in the 1930s to collect the dreams of patients who consulted with them. All these patients were Jewish. The dreams were telling them of their horrendous future in Nazi Germany. Gordon said reading them makes your skin tingle. In her book, Beradt said that the totalitarian regime of the Nazis generated paranoia in the German population, particularly Jews. Gordon saw that it was possible to dream socially, to dream not about me, but what is happening to the human condition. In the spring of 1982, Continua a leggere
Il video del prof. Claudio Neri in cui parla del Social Dreaming. Il “Social Dreaming” é un metodo di lavoro con i sogni, secondo il quale i sogni vengono condivisi in un gruppo di persone che si riunisce per questo motivo. Durante le sedute, i partecipanti presentano sogni che sono offerti al gruppo in modo che sia possibile stabilire legami e connessioni. (Armstrong, 1998; Lawrence, 1998a) Continua a leggere
a cura di Sergio Stagnitta hanno collaborato: Bernardetta Morgante, Marcella Cartia, Carla Di Carlo, Alessandra Ripa
Facolta’ di Psicologia “Sapienza” di Roma cattedra di Teoria e Tecniche della dinamica di gruppo prof. Claudio Neri e Paolo Cruciani
Robi Friedman “il racconto dei sogni nel gruppo”
PROF. NERI
Il prof Friedman vive ad Haifa. Lavora e insegna alla “Tecnion”, il centro di ricerca più avanzato in Israele. Si è formato a Zurigo. E’ stato giocatore professionista di pallavolo ed ha allenato la nazionale israeliana di pallavolo. Giocava in ricezione. Ciò è stato molto importante sia per il gioco di squadra che per i suoi interessi verso il contenitore-contenuto. Si è specializzato rispetto ai sogni che vengono portati nei gruppi, nell’elaborarli, nello studio di come questi sogni vengono raccontati e resi fruibili per il gruppo.
PROF. R. FRIEDMAN
Nella prima lezione intendo vedere cos’è il sogno, cosa significa e quali sono le diverse prospettive nel sogno. Avremo anche la possibilità di capire cosa sia il sogno nell’ambito della psicologia “one persone”: esso è l’approccio classico, Continua a leggere
All’inizio del mio lavoro con i gruppi di adolescenti le differenze di genere presenti nel gruppo,e la loro manifestazione da parte dei membri, mi si presentavano non solo come molto marcate ma anche come poco conciliabili tra loro. Maschi e femmine m’apparivano come due blocchi contrapposti con i loro stereotipi di genere difficilmente smontabili e integrabili. Un ponte tra i due generi divisi mi sembravano crearlo solo quei ragazzi che andavano scoprendosi un’identità di genere diversa da quella che avevano creduto di avere. Un ragazzo che arrivò a scoprire il suo orientamento omosessuale nel corso di un gruppo m’aiutò molto, come dirò, a metter meglio a fuoco i tratti che caratterizzavano di più l’identità di genere del sottogruppo femminile che nel contatto con questo ragazzo s’andavano precisando meglio. Con il passar degli anni le contrapposizioni che vedevo tra i due stereotipi di genere mi è sembrato s’andassero attenuando. Quando parlo del manifestarsi di differenze di genere in adolescenza e dell’affermarsi e consolidarsi in questa fase dello sviluppo di un ‘identità i genere faccio riferimento al termine nell’accezione datagli per la prima volta da Rober Stoller . Stoller faceva dipendere la costituzione di quello che chiamava “nucleo d’identità di genere” Continua a leggere
Premessa
In più di venticinque anni di lavoro nei servizi pubblici, mi è sempre stato difficile tollerare una certa sensazione di scarto tra le esperienze cliniche reali e le teorizzazioni su progetti terapeutici realizzati o ancora da realizzare. Col tempo ho anche capito che se è proprio dell‟uomo fare di tutto per adattare i propri principi alla realtà, è comunque molto frequente cercare di adattare la realtà ai propri principi, soprattutto quando risulta difficile accettare la differenza tra la realtà per quella che si presenta e quella che vorremmo che fosse. E rendendomi conto che molto spesso sono gli affetti che creano la realtà, ho cominciato a sostituire alle mie iniziali pregiudiziali ideologiche una attenzione crescente alle emozioni che permeano ogni decisione clinica. Continua a leggere
“Ecco cosa serve il futuro: a costruire
il presente con veri progetti di vita!”
M. Barbery “L’eleganza del riccio”
Erano già alcuni anni che ascoltavo senza particolare attenzione la frase chiave della pubblicità di una famosa azienda di telefonia mobile: “Life is now!” e non ne capivo mai comunque il senso profondo. Chissà… forse perché attratto prima dalla avvenente modella australiana che ne era la testimonial fino a qualche tempo fa. Poi… forse perché preso dalle immagini di due famosi giocatori di calcio, imprevedibilmente simpatici nel prendere in giro se stessi e nel recitare copioni esili ma di indubbia efficacia umoristica.
Solo ultimamente, sull’onda delle letture preliminari per questo articolo, ho finalmente colto il senso profondo, illuminante e tragico insieme, del messaggio.“La vita è adesso”- come dire – goditela, vivila, sfruttala! Non c’è un passato a cui appellarsi, tanto tutto è cambiato. E (soprattutto) Continua a leggere
La proposta contenuta nelle riflessioni qui di seguito riportate, verterà su alcuni aspetti della clinica del gruppo multifamiliare (inteso secondo il modello proposto da G. Badaracco) ed , evidenziando elementi della clinica, vuole porre interrogativi relativi alla tecnica.
Voglio iniziare ricordando il mio “impatto” con l‟esperienza del gr. m.: impatto emotivo per l‟attivazione delle correnti emotive che il gruppo facilita, ma anche perché vi arrivavo senza la “mediazione” costituita dalle conoscenze teoriche relative a tale esperienza.
Nelle primissime fasi di avvio del gruppo (a quei tempi non vi partecipavo a causa dell‟esiguo numero di ore che caratterizza la mia attività di psichiatra presso la struttura pubblica) ho inviato numerosi pazienti sull‟onda di una disponibilità , una sorta di fiducia di base nei confronti del pensiero di Badaracco, che conoscevo soprattutto per i suoi lavori sulla psicosi, e naturalmente nei confronti del primario dell‟ambulatorio, A. Narracci. Continua a leggere
Le condotte sonore dei bambini destano sempre l’attenzione dell’ambiente adulto, a tal punto che buona parte degli interventi educativi, già nella culla, sono volti alle espressioni sonore. L’adulto interviene, come un maestro d’orchestra, per limitare, fermare, abbassare in volume sonoro e/o in quantità, modulare queste produzioni sonore, così come, sempre lui, interviene per iniziarle,o tenta di modificarle, o ancora, le limita, le rilancia, etc. D’altronde, sarà proprio questo, ciò che susciterà le prime produzioni verbali. Tutto questo gioco sonoro nel quadro famigliare, ma anche a scuola, può ben rappresentare la misura delle sfide dell’espressione, dell’individuazione e del potere. L’intensità sonora, nelle forme di rumore, di grida, costituisce bene, il solo potere fisico che il bambino possiede, e che, fin dalla nascita, ha in comune con l’adulto. Questo stesso, d’altronde, ne è sensibile, addirittura, in tanti casi molto sensibile. Per questo, non vi è nulla di cui stupirsi, se ritroviamo queste condotte sonore nella relazione bambino-adulto, nei casi di bambini portatori di handicap. Ci limiteremo, in questa presentazione, ai bambini autistici. Continua a leggere
UNIVERSITA’ DI ROMA ‘LA SAPIENZA’
Facoltà di Psicologia 1°
A.A. 2004-2005
Cattedra di
FONDAMENTI DI DINAMICA DI GRUPPO
prof. Claudio Neri (A-Z)
Cattedra di
LABORATORIO DI DINAMICA DI GRUPPO
prof. Paolo Cruciani (A-Z)
Facoltà di Scienze Umanistiche
Cattedra di
SEMIOLOGIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
prof. Carla Subrizi
Con l’intervento di
Cesare Pietroiusti ed Emilio Fantin
Su una proposta di
Elisa Ottaviani e Carla Subrizi
Elisa Ottaviani
27-29-30 aprile 2005
Nei giorni 27 e 29 aprile 2005, si sono tenute presso il corso di Fondamenti di dinamica di gruppo alla facoltà di Psicologia 1°, due lezioni incentrate sulla questione Arte–Gruppo-Psicoanalisi in collaborazione con Carla Subrizi, docente di Semiologia dell’arte contemporanea presso la facoltà di Scienze Continua a leggere
C.N.: I think it will be appropriate to our conversation to start with a dream I had this night, I don’t think I remember it very well but in any case there were a number of paintings, maybe there were five or six paintings something like that. Around this number, they were let’s say contemporary paintings most probably they were what we call abstract paintings but not in the style of lets say Pollock or other Italian artists like Afro but more with the… I don’t know the English word for it but – campite of colour.
G.L.: Oh yes.
C.N.: There were like strips of colours, different layers of colour.
G.L.: Were they defined strips, like an American painter. You know, that fuse together?
C.N.: No, it was a very large brush, I think with colours in a horizontal line, like a landscape in someway, and the part was if a frame would be appropriate for this painting, so I thought not, that the style of the painting was such that it was better without the frame. I remember that one of these paintings was Continua a leggere
Il mio obiettivo è fornire alcune informazioni sul “Social Dreaming”, una tecnica di lavoro di gruppo che valorizza il contributo che i sogni possono offrire alla comprensione, non del “mondo interno” dei sognatori, ma della realtà sociale ed istituzionale in cui vivono. Gordon Lawrence (1998b), che ha scoperto questa tecnica, afferma che i sogni contengono informazioni fondamentali sulla situazione in cui le persone stanno vivendo nel momento in cui sognano. Il “Social Dreaming” non vuole sfidare il grande valore dell’approccio ai sogni della psicoanalisi classica, ma mette in rilievo la loro dimensione sociale.
Questo scritto è diviso in alcune brevi sezioni. Fornirò, prima di tutto, informazioni sul setting e sull’origine di questa tecnica. Parlerò del suo impiego per esplorare e migliorare il funzionamento di un’istituzione o di un’organizzazione. Cercherò, quindi, di inserire il “Social Dreaming” in una cornice storica. L’ultima parte dello scritto è dedicata all’illustrazione di due mie esperienze di lavoro. Continua a leggere
a cura di Sergio Stagnitta hanno collaborato: Bernardetta Morgante, Marcella Cartia, Carla Di Carlo, Alessandra Ripa
Facolta’ di Psicologia “Sapienza” di Roma cattedra di Teoria e Tecniche della dinamica di gruppo prof. Claudio Neri e Paolo Cruciani
PROF. P. CRUCIANI
Mi sembra che in questi giorni i numerosi concetti che vengono nominati nelle lezioni, nelle discussioni, stiano assumendo una particolare ricchezza e una particolare precisione perché li vediamo all’opera. Mi sembra molto bello come alcuni concetti come identificazione proiettiva, differenza tra processi primari e secondari, i meccanismi del sogno e un certo tipo di elementi comuni che si determinano nel sogno, Continua a leggere
a cura di Sergio Stagnitta hanno collaborato: Bernardetta Morgante, Marcella Cartia, Carla Di Carlo, Alessandra Ripa
Facolta’ di Psicologia “Sapienza” di Roma cattedra di Teoria e Tecniche della dinamica di gruppo prof. Claudio Neri e Paolo Cruciani
Roby Friedman “il racconto dei sogni nel gruppo”
Lezione del 16 novembre 2000
PROF. R. FRIEDMAN
Nei sogni non ci sono mai dei “no”. Se volete dire “no” dovete andare da qualche altra parte. Guardate i vostri sogni e se trovate un “no” allora per favore ditemelo, fatemelo sapere. Vorrei ricordare in sintesi ciò di cui abbiamo parlato nella lezione di ieri: abbiamo parlato del sogno e vi ho detto delle diverse prospettive sul sogno, da Freud a Kohut; abbiamo anche visto ciò che per Freud è il lavoro onirico: prendere il materiale minaccioso e metterlo in un’altra forma; abbiamo parlato di “spostamento” e di “censura”, di alcuni tipi di distorsione e del trasformare qualcosa nel suo opposto. In seguito abbiamo parlato del valore di valutare la struttura del sogno. La struttura “versus” gli elementi, “versus” il contenuto. Poi ho parlato del ruolo del “contenimento”. Oggi continuerò con il contenimento, perché è molto importante nel campo interpersonale. Se vi ricordate abbiamo già detto del genitore Continua a leggere
a cura di Stefania Marinelli, Sergio Stagnitta, Walter Iacobelli, Marco Tramonte, Raffaella Di Donato
In questa sezione riportiamo l’intervento di René Kaës presentato alla SIPP e una breve introduzione della dr.ssa Rosa Romano Toscani.
Organizzato dalla Sezione Regionale SIPP – Lazio in collaborazione con i Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL RMA E ASL RME. Aula dell’Accademia di Arte Sanitaria – Ospedale Santo Spirito – Roma 13/11/1999
Introduzione
Rosa Romano Toscani
Le forme della violenza, il coraggio e la necessità di parlare di violenza, di entrare nel vivo e all’interno di un tema scottante che influenza gran parte dei comportamenti sociali. Recenti Congressi stanno cercando di approfondire e Continua a leggere
a cura di Stefania Marinelli, Sergio Stagnitta, Walter Iacobelli, Marco Tramonte, Raffaella Di Donato
Lezioni tenute presso la Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Teoria e Tecniche della Dinamica di Gruppo (prof. Claudio Neri)
Claudio Neri: Il lavoro di René Kaës si muove continuamente su due facce, una riguarda ciò che accade nel gruppo e l’altra riguarda che cosa questo implica nell’individuo, per cui si modifica la concezione che noi possiamo avere di esso. In questa lezione conclusiva ci parla di questo suo lavoro. Da rilevare è che il gruppo, il sociale e le gruppalità interne sono concetti trattati anche da altri autori, in Italia da Guido Napolitani.
René Kaës: Conoscete già una parte della problematica del gruppo interno, ieri ho presentato la formula di questo fantasma, questa formula generica può dunque svilupparsi in una azione attiva o passiva con la possibilità di una permutazione degli oggetti e delle persone della scena. Ho dimostrato ieri come il gruppo si costituisce a partire da un organizzatore psichico inconscio, uno di questi organizzatori e il fantasma che si sviluppa nel gruppo secondo questa formula. Ieri ho segnalato che per ogni partecipante questa formula generica è parziale. L’insieme della formula Continua a leggere
a cura di Stefania Marinelli, Sergio Stagnitta, Walter Iacobelli, Marco Tramonte, Raffaella Di Donato
Lezioni tenute presso la Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Teoria e Tecniche della Dinamica di Gruppo (prof. Claudio Neri)
Claudio Neri : Quella di oggi è una lezione molto importante non soltanto per i suoi contenuti specifici, ma anche per la strategia che propone perché attraverso il concetto di alleanze inconsce noi passiamo da una visione del gruppo semplicemente riunito in quella certa stanza, ad una visione di un gruppo che può essere anche nello spazio, ma anche nel tempo, un gruppo formato da persone che appartengono a generazioni diverse, un gruppo di un’istituzione con persone che hanno compiti diversi, quindi il concetto di gruppo di cui parleremo oggi, che parte dal considerare le alleanze inconsce, ci porta a considerare dei gruppi che non sono più limitati tanto dallo spazio e dal tempo, di cui evidentemente le nozioni i concetti che sono stati estratti lavorando, nel laboratorio del piccolo gruppo a finalità Continua a leggere
a cura di Stefania Marinelli, Sergio Stagnitta, Walter Iacobelli, Marco Tramonte, Raffaella Di Donato
Neri: II dottor Kaës, fin dal inizio si è impegnato a costruire una psicologia di gruppo che non si confonda con la psicologia individuale, cioè a vedere come e in che modo il fatto di essere un animale sociale partecipante ad un gruppo, corrisponda ad un modo particolare di formarsi della mente e della personalità umana. Quest’approccio, che differenzia la psicologia del gruppo da quella individuale comporta delle difficoltà nella costruzione teorica poiché bisogna tenere conto contemporaneamente dei due versanti: da un lato dei fenomeni di gruppo, dall’altro della costruzione della personalità individuale, ma ha anche dei grandi vantaggi a partire dal presentarci una visione sia del gruppo che dell’individuo più ricca ed articolata. Altro punto molto rilevante, è che Kaës procedendo nella sua teorizzazione ha dovuto (in qualche modo) promuovere un cambiamento della teoria psicoanalitica, nel senso che evidenziando le caratteristiche del gruppo e distinguendole da quelle della mente individuale, ha dovuto rivedere alcuni concetti della teoria psicoanalitica. Quindi sono due cantieri aperti contemporaneamente su cui da un lato c’è la necessità d’aggiornamento e revisione della teoria psicoanalitica, e dall’altro c’è una nuova teoria del gruppo che si sviluppa. L’apparato pluripsichico gruppale, non è soltanto una costruzione che ci parla di come funziona un gruppo, Continua a leggere