ARMANDO B. FERRARI Il pensiero e le opere

Saggi psicoanalitici
Volume I: La teoria; Volume II: La clinica
A cura di: Paolo Carignani, Paolo Bucci, Isabella Ghigi, Fausta Romano
Franco Angeli, 2022. Milano

Recensione di Domenico Timpano

Ho conosciuto personalmente Armando B. Ferrari quando ero allievo del Centro di Psicoanalisi Romano. I suoi seminari erano molto frequentati – a quei tempi i candidati erano liberi di frequentare i corsi che volevano – e ci ritrovavamo in Continua a leggere

Il gruppo come cura

Questa recensione di Daniela De Filippis è già stata pubblicata sul sito dell’Associazione Gradiva

“Il gruppo è un altro molto speciale”
C.Neri, Il gruppo come cura. Raffaello Cortina Editore, 2021

Il gruppo come cura, il gruppo quando cura è un cibo nutriente, appagante, un bell’incontro, un abito che calza bene indosso, a dispetto di qualsiasi misura.

Allora, sazi, sentiamo il desiderio e la curiosità di creare rapporti, costruire sensi, nutrire legami. Il desiderio di Stare in gruppo.

C’è da chiedersi dove Claudio Neri nel suo libro Il Gruppo Come Cura, abbia nascosto la tortura che incalza, il dolore e l’angoscia, il brutale e il terrifico. “Ecco come sono le parole, nascondono molto, si uniscono pian piano fra di loro, sembra non sappiano dove vogliono andare, e all’improvviso, per via di due o tre, o di quattro che all’improvviso escono, parole semplici, un pronome personale, un avverbio, un verbo, un aggettivo, ecco lì che ci ritroviamo la commozioneche sale irresistibilmente alla superficie della pelle e degli occhi, che incrina la compostezza dei sentimenti, a volte sono i nervi a non riuscire a reggere, sopportano molto, sopportano tutto, come se indossassero un’armatura, si dice.” Continua a leggere

La forma della psichiatria

Siamo di fronte ad un testo la cui lettura è indubbiamente una esperienza “forte” per chi vi si voglia addentrare: per la ricchezza dei suoi contenuti, e ancora di più per la loro articolazione, per la presenza di un “filo rosso” che lega fra loro articoli che vedono impegnati diversi autori, e diverse tematiche che sono affrontate, esposte, discusse criticamente.

Anzi, più che di un filo nel volume si parla di sinopie, che letteralmente altro non sono che i disegni preparatori che gli artisti seguivano per la realizzazione di pitture a fresco, o anche di mosaici. Le sinopie erano tracce destinate a guidare l’opera compiuta. Continua a leggere

Intrecci e Attraversamenti Sfide per il Futuro. Riflessioni a partire dai disvelamenti della pandemia

Di AAVV. Prefazione di E.Borgna e G.Cantarella
EM Edizioni Mercurio

L’inaspettato avvento della pandemia con le sue dimensioni drammatiche pare avere diviso il mondo delle culture sociali, psicologiche, psichiatriche in due metà : coloro che da subito a entravano nel merito per assumere una parte, per valorizzare la comunicazione e il sostegno ; e coloro che hanno atteso e appuntato lo sguardo al futuro, in attesa di individuare meglio il senso di marcia degli eventi, per non giudicarli mentre accadono.
Questo libro si presenta trasversale fra i due orientamenti perché tratta temi pluridisciplinari a diverse dimensioni di piano e senso – come le culture e le istituzioni sociali, l’evoluzione di quelle psicologiche, la valutazione antropologica e storica, che tendono in un insieme complesso ad abbozzare panorami in movimento.
Però leggendo con una attenzione maggiore il testo con le sue molteplici facce e versanti il libro rivela, « svela » come recita il titolo, per mezzo dei suoi numerosi interessi un punto di vista più interno. Durante la sua lettura abbiamo modo di acquisire una nuova nozione : quella di un neoumanesimo, lo chiamerò così, in evoluzione, sorto dal mondo precedente e attraversato dalla rottura nel momento della sua massima espansione. Un neoumanesimo che sembra assumere una critica radicale e volter ripartire da zero : fare tabula rasa dei dualismi, dei conflitti e contraddizioni, che producono sciagure. Continua a leggere

Il gruppo come cura

Già nella scrittura della sua prima monografia sul Gruppo (Roma: Borla, 1995) Neri nella sua elaborazione di nuovi paradigmi ricordava le teorie originali di W.R. Bion sul gruppo, e al contempo si differenziava da quelle, con l’esigenza di costruire una teoria specifica e puntuale relativa al funzionamento complesso dei gruppi e al processo analitico di gruppo. In questo secondo libro invece l’Autore sottolinea con maggiore decisione di essersi del tutto, per quanto una separazione possa essere completa, separato da Bion e di essersi immesso nel flusso post-bioniano moderno che tenendo conto della ricerca fondativa, la orienta verso la valutazione delle nuove richieste del nuovo campo sociale, culturale e delle nuove sofferenze psichiche. Fra i due libri notiamo anche una seconda differenza, importante per riflettere. Il confronto con lo “psicoanalista” della seduta duale, che nel primo libro era distanziato, a favore di una costruzione epistemologica specifica del dispositivo di lavoro multiplo, in questo secondo libro 25 anni dopo, l’analista della tradizione individuale classica è ancora in penombra sì, ma, al tempostesso è meglio delineato mediante un confronto indiretto ma più circostanziato, come in un prismache contiene un numero maggiore di piani e facce. Continua a leggere

Fare gruppo nelle istituzioni

Fare Gruppo Nelle Istituzioni, Lavoro e psicoterapia di gruppo nelle istituzioni psichiatriche, a cura di Claudio Neri, Roberta Patalano e Pietro Salemme, edito da FrancoAngeli, è un libro di felice concezione, riuscito nel suo intento dichiarato di essere uno strumento pratico e veloce, […] una specie di manuale di falegnameria per chi voglia costruire progetti e mandare avanti attività di gruppo nell’ambito dell’intervento sul disagio mentale.
E se è vero che riuscire a scrivere un volume che sia utile nella prassi quotidiana è operazione tutt’altro che semplice, è pur vero che Fare Gruppo Nelle Istituzioni è uno di quei libri che offre più di quel che promette e che apre spazi di riflessione e pensiero intorno al “fare”.
Francesco Barale, nella sua prefazione attenta, puntuale e di ampio respiro umano e storico, non manca di segnalare che tra gli obiettivi principali esplicitati da Claudio Neri nell’introduzione, c’è che il libro sia vivo e utile. Né manca di segnalare come, giudicando dalla propria esperienza di lettore e di esperto, entrambi i risultati siano raggiunti.
Viene da chiedersi cosa renda così piacevole la lettura di questo volume, che pure tratta temi molto tecnici.
Quel che definisco “piacevole” ha l’immediatezza della sensazione che la parola evoca, ma anche una complessità che il termine non rende. Continua a leggere

Psicoanalisi di gruppo in setting istituzionali. Esperienze cliniche: nevrosi, psicosi e disagio dell’adolescenza

di Argentiere Alessandra, Cinquemani Giuseppa, Errico Vanessa, Fiore Germano, (2015), Armando, Roma, pp. 160.

Incontri, gruppi di psicoanalisti, piccoli gruppi a funzione analitica, istituzioni: queste le parole centrali del testo in cui gli autori presentano quattro esperienze di conduzione di gruppi terapeutici all’interno di 3 differenti istituzioni evidenziando gli aspetti teorici in un’ottica bioniana e soprattutto interrogandosi sul lavorare con i gruppi in ambiti istituzionali.

“Incontro”, dal latino tardo “incontra”, definisce la direzione di un movimento specifico verso persone, eliminando la sfumatura ostile insita in contro.

Questo libro nasce proprio attraverso incontri che si susseguono permettendo la nascita di gruppi che si evolvono e si trasformano. Istituzioni che si incontrano, si scontrano, si confrontano e si trasformano attraverso un gruppo di psicoanalisti cherappresentano e portano con sé i vertici delle due istituzioni a cui appartengono: da una parte i servizi pubblici in cui, attivando la loro funzione terapeutica, introduconola pensabilità rispetto allo strumento del gruppo a funzione analitica e dall’altra l’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo, istituzione di appartenenza per formazione e condivisione teorica. Continua a leggere

Freud, Bion, Matte Blanco, Corrao e l’arco di Filottete

di Salvatore Sapienza e Alessandra Tenerini

ln “Freud, Bion, Matte Blanco, Corrao e l’arco di Filottete” Salvatore Sapienza e Alessandra Tenerini ci offrono un testo di notevole originalità che presenta una ricca ed articolata riflessione sul mito e sul suo utilizzo nella psicoanalisi duale e di gruppo.

Il titolo del libro convoca il parallelismo freudiano tra l’arco di Filottete, indispensabile per la conquista della città di Troia e la psicoanalisi come strumento per la conoscenza dell’inconscio. Il testo sottolinea la rilevanza e il valore del mito come forma del pensare la realtà. Le narrazioni mitiche, secondo gli autori, custodiscono infatti elementi strutturali della psiche, raccontando passioni, desideri, emozioni al di là del luogo e del tempo. Coinvolgendo ogni individuo e ogni collettività.

I padri fondatori della psicoanalisi vengono proposti nel testo per uno “scambio di oggetti mentali”. Il testo infatti ha l’intento di mettere insieme quattro esploratori della psicoanalisi, Freud, Bion, Matte Blanco e Corrao, attraverso la trama del mito rivolgendosi ad esso come ad un ponte, per connettere il pensiero conosciuto all’ignoto in via di essere scoperto, così come fece in origine la stessa psicoanalisi. Continua a leggere

Gruppoanalisi e teoria dell’attaccamento

di Lucrezia Lorito e Franco Di Maria

Questo interessante testo, pur trattando specificamente di gruppoanalisi, si inserisce a buon diritto nei dibattiti – attuali e meno attuali e più o meno accesi – che agitano il mondo della psicoterapia, nel confronto  tra natura e cultura, tra cultura e pulsione, tra i diversi modelli che alla psicoanalisi si rifanno, tra psicoanalisi e psicologia cognitiva, e così via.
In questo testo prevale la scelta di percorrere la strada dell’integrazione piuttosto che della contrapposizione; come del resto non può essere altrimenti per chi, per propria formazione e pratica professionale, si presenti come gruppoanalista.
Rispetto al tema affrontato, possiamo osservare che, nel focalizzare l’attenzione sul modello dell’attaccamento, gli autori spostano il vertice osservativo dalle dinamiche inconsce individuali e gruppali agli aspetti procedurali e impliciti: con questo intendendo sia i processi che avvengono a livello di memoria procedurale che i processi impliciti che rimandano ai bioniani “pensieri non pensati”. Continua a leggere

L’imperfezione dell’identità, riflessioni tra psicoanalisi e antropologia

di Alfredo Lombardozzi
Edizioni Alpes 2015

In questo volume è possibile trovare riflessioni e approfondimenti in equilibrio su una linea di confine che congiunge, non separa, psicoanalisi e antropologia. Arricchendo l’una con l’altra, Lombardozzi istilla proprio questa possibilità; che il tema in questione, l’identità (così attuale!), nell’imperfezione trovi una qualità in transito, piuttosto  che un limite. Un bagaglio leggero e trasformativo in luogo di un blocco monolitico, “puro”. Una figura dialogante con le alterità e la complessità,  invece che un arroccamento di posizioni tra opposti in conflitto, abbiano essi a che fare con l’accezione individuale/sociale, culturale o politica, dell’imperfezione di cui si sta parlando. Continua a leggere

Gruppale-duale. Il lavoro clinico in psicoanalisi con bambini e genitori

A cura di Giorgio Corrente
Volume primo

Gli interventi contenuti nel libro considerano un’ampia gamma di situazioni con cui si confrontano i terapeuti infantili, che sanno di dover sempre lavorare con la mente in contesti multipersonali, anche quando il piccolo paziente è solo nella stanza con l’analista: i genitori sono sempre coprotagonisti, i pari sono sempre un riferimento identitario fondamentale.
Poiché non è possibile rendere conto in modo soddisfacente di tutti gli argomenti trattati, cercherò di accennarne alcuni, lasciando ai lettori del libro il piacere di ulteriori scoperte.
Alcuni contributi parlano di gruppi di bambini. “Un’esperienza molto particolare” quella con i gruppi di bambini, dice Alfredo Lombardozzi nel suo interessante contributo. Difficile concettualizzarla, ancor più difficile condividerla. Forse questo è uno dei motivi per cui sui gruppi di bambini si scrive relativamente poco, rispetto alla diffusione dei gruppi sul territorio e nei servizi. Prezioso quindi il contributo dei colleghi, che ci hanno messo a disposizione la ricchezza delle loro esperienze, mantenendo viva attraverso lo snodarsi dei diversi interventi l’atmosfera di discorso del gruppo nel gruppo; un discorso aperto, che invita il lettore ad entrare, lo stimola ad accostare il suo pensiero a quello del gruppo; un discorso che rivela in ogni momento la feconda aderenza della teoria e della tecnica alla clinica, all’hic et nunc del materiale delle sedute. Continua a leggere

Intercettare il sogno

Ho letto  l’ ultimo libro di Mauro Manica “Intercettare il sogno”
1– lo sento la prosecuzione del  suo pensiero  presente in “Ogni angelo è tremendo”
2- e ritrovo tanti temi che parlano di una lettura del lavoro dello psicoanalista, del sogno di psicoanalista-e-paziente, che mi hanno fatto fantasticare. Nel fantasticare (una delle mie risposte al libro), mi sono trovato a nuotare-naufragare nel mare di notte, che è troppo,  scorgo le luci della riva, che sono poche. Il nero mi sta intorno e  spaventa e sorregge, il nero che è intorno e, ancor di più là sotto e chissà chi lo abita,ora, mentre cerco di galleggiare e sono dentro a emozioni opposte, L, H, forse K  (mischiato a -K), sovrastate dalla trasformazione in O, io dibattuto tra la consapevolezza dell’hilflosigkeit ( davvero colgo l’impotenza fondamentale del piccolo (dell’) uomo)  e la forza della spinta a vivere, che mi dice di non andare laggiù, di sognarlo senza provarlo. Scorgo la riva, ascolto le trasformazioni del mio essere corpo che  chiede di non scivolare nel buio che invita, parliamo con il linguaggio dell’effettività.  Continua a leggere

Transiti corpo-mente. L’esperienza della psicoanalisi

A cura di Basilio Bonfiglio
FrancoAngeli 2014

Il volume, a cura di Basilio Bonfiglio, racchiude l’evoluzione del pensiero di Carla De Toffoli. I capitoli sono basati su precedenti pubblicazioni dell’Autrice. Nei sentieri del volume troviamo casi clinici, coraggiosi avanzamenti teorici ed esperenziali, complesse e originali riflessioni sulla validità e potenzialità del metodo psicoanalitico.

Prima di soffermare l’attenzione sui punti salienti del testo, volevo riportare le parole del Dott. Paolo Tranchina e di altri colleghi che hanno lavorato con l’Autrice i quali  la descrivono così:
“Carla aveva la capacità, fuori dal comune, di capire il paziente, soprattutto pazienti  psicotici, aveva una raffinata sensibilità relazionale, aveva il  potere risolutivo delle crisi psicotiche, anche le più gravi. Stando vicino al paziente in crisi, sempre alla distanza giusta, prendeva come dentro di sè la sua follia, la lavorava internamente, la digeriva, la trasformava e la restituiva all’altro come cibo, latte integrabile. Aveva la straordinaria capacità di rendere intellegibile ciò che era dissociato, di restituire all’ordine del senso la dimensione abitata dal non-senso, di rendere condivisibile la follia.”
Già nelle prime pagine del libro, si intuisce l’essenza dell’opera complessa e affascinante di una psicanalista di grande rigore scientifico. Continua a leggere

Le viscere della mente

Ritengo  che l’aspetto più interessante del libro siano i tanti casi clinici riportati, in cui Antonino Ferro  ci mostra come lavora, lasciandosi andare alle fantasie e alle immagini che gli vengono in mente, andando oltre il significato più ovvio, anche se vero, rendendosi libero a racconti e immagini sempre nuove.

Segnalo , di seguito  i concetti più significativi del testo.

L’Autore sostiene che la “regola fondamentale” potrebbe essere sognare la sensorialità, per essere sempre più a contatto con l’inconscio. La capacità di réverie dell’analista è la sua capacità di trasformare in immagini le quote di sensorialità provenienti dalla situazione e dall’atmosfera analitica. Continua a leggere

Carte Poetiche, nascita di un progetto creativo in psichiatria

Da un progetto a cura di Laura Tonani e Fabrizio Pavone, con la collaborazione di Gaetano Fanelli.

“Carte Poetiche” si apre al lettore come un diario di immagini e parole, di emozioni e persone che entrano in contatto e in relazione, attraverso le creazioni che nascono dal loro incontro.

Ma anche un dialogo tra psichiatria e psicanalisi come tra arte e terapia/cura, permesso dalla capacità delle immagini e della “materia artistica di anticipare il linguaggio verbale avvalendosi di un potenziale maieutico che introduce alla scoperta delle potenzialità espressive che ogni persona, in modo spesso inconsapevole ha dentro di sé” (E. Vidale). Le “creazioni”, le immagini prodotte, si configurano come lo spazio di relazione e condivisione sia tra gli operatori dei vari settori, psichiatria e arte, sia con i pazienti. Continua a leggere

SENSIBILIA 5 La vergogna / The shame

A CURA DI:Emanuele Antonelli; Manrica Rotili

Mimesis editore

Il libro è costituito da venticinque articoli di autori diversi che riflettono sul vissuto del sentimento della vergogna dal punto di vista filosofico, antropologico, letterario, artistico, politologico, psicoanalitico e religioso.
Tutti gli scritti evidenziano la natura relazionale di questo sentimento, che coinvolge lo spazio del sé e quello pubblico: la vergogna, infatti, è sempre legata allo sguardo altrui. Come sottolinea A. Ialenti, la parola proviene dal verbo latino vereor, che significa  “provare un timore rispettoso” ed è, quindi, connessa al riconoscimento di un altro. Tale significato appare in linea con quanto sostenuto da H. Kouth, secondo il quale la vergogna è il contrario dell’occhio scintillante di una madre che guarda il figlio. Anche Lacan, citato da F.Cimatti, sostiene che è attraverso la mediazione dell’Altro che è possibile accostarsi alla propria soggettività. Continua a leggere

“Gruppo” di Claudio Neri

Oggi come nel 1995, l’anno della prima edizione, c’è una cosa che colpisce subito del libro di Claudio Neri, ancora prima di sfogliarlo, ed è il titolo: semplice, efficace, elegante. Costituito da una sola parola che sottende una moltitudine: Gruppo.
Come anche Phartenope Bion Talamo sottolinea ed approfondisce nella presentazione: <<Il titolo stesso, Gruppo, elegantemente essenziale, di questo libro di Claudio Neri, svela uno dei suoi aspetti più importanti, una sua caratteristica basilare, che non viene mai esplicitata in quanto tale. Neri qui sta parlando di un certo tipo di aggregazione umana, tanto comune in ogni tipo di società da far pensare che si tratti di una caratteristica della specie, per cui il suo discorso non si limita agli spazi angusti dei gruppi formati artificialmente per favorire il loro studio, ma si riferisce a tutti i gruppi umani, ferma restando la distinzione tra gruppo e massa.>>

Prima di entrare nel vivo della questione una piccola digressione personale: recensire questa nuova edizione del testo di Claudio Neri è qualcosa di emozionante. Lessi il testo da studente e lo trovai da subito interessante e soprattutto diverso. Era il 1997, l’ipertesto era nato da poco e le persone ancora leggevano i libri solo sulla carta, che era ancora il mezzo più usato, seguendo un continuum che andava dall’inizio alla fine. I social network non erano ancora stati inventati.
Il libro “Gruppo” anticipava i tempi, i riquadri di approfondimento presenti nelle Continua a leggere

“Strade del narrare – La costruzione dell’identità”

a cura di Daniela Iannotta e Giuseppe Martini

Idea fondante il libro è il confronto tra la teoresi filosofica, le pratiche terapeutiche territoriali (psicoterapeutiche e psicanalitiche da cui esse discendono) e i saperi pedagogici e umanistici che hanno contribuito a valorizzare la valenza etica e trasformativa della narrazione.

Si potrebbe dire che, prima ancora che importante, questo è un libro coraggioso, poiché affronta senza esitazioni un vortice di problemi  che coinvolge di fatto tutta la riflessione contemporanea  sul significato, le funzione, la riconoscibilità della diade soggetto – oggetto, cioè, in altre parole, il nodo, oggi centrale, del Continua a leggere

“Anoressie: patologie del sè corporeo”

a cura di Antonio Ciocca, Stefania Marinelli e Federico Dazzi

“Anoressie”. Come possiamo notare il titolo del libro va a sottolineare una pluralità,  mettendo in evidenza le differenze interindividuali che sottendono però una similarità, “patologie del sè corporeo”. Grazie al contributo di vari Autori, viene evidenziato come in queste patologie è il corpo ad essere la manifestazione della sofferenza della persona. Attraverso racconti di casi clinici e contributi psicodinamici, vengono analizzati il rapporto tra la mente e il corpo, come l’unione fra le due può avvenire grazie alla funzione materna, e i casi in cui questo non succede: la dissociazione psicosomatica.
Sappiamo che il tasso di maggior incidenza di questi disturbi è l’adolescenza e De Mijolla-Mellor sottolinea come in questa fase evolutiva “la relazione Io-corpo viene a sostituirsi al rapporto Io-l’altro”. E cosa accade quando quest’ultimo rapporto è basato sul rifiuto, sull’assenza?
La riattivazione delle pulsioni sessuali, l’acquisizione Continua a leggere

Parlando con la coppia

G.C. Zavattini – B. Bianchini – M. Capello – L. Dallanegra – M.A. Lupinacci – F. Monguzzi – L. Vitalini.

Psicoterapia psicoanalitica della relazione di coppia. Borla, Roma, 2013, pp. 126, 24 euro

Il volume, ultimo prodotto della collana Psicoanalisi e relazioni-studi su individuo, coppia e famiglia, diretta da R. Tambelli e G.C. Zavattini, si propone di fornire al lettore una esposizione del lavoro psicoterapeutico con le coppie secondo l’approccio psicoanalitico, descrivendone le premesse teoriche, gli obiettivi e la tecnica di intervento. Gli autori, partendo dall’esperienza al Centro studi psicoanalitici per la coppia e la famiglia di Milano “Arcipelago”, hanno voluto raccogliere in questo saggio i risultati del loro percorso formativo in questi ultimi anni con Giulio Cesare Zavattini.

I primi due capitoli sono dedicati alla esposizione, ampia e ben articolata, delle premesse teoriche che fondano il lavoro clinico con la coppia secondo la prospettiva psicoanalitica. Il primo, firmato da Laura Dallanegra, passa in rassegna i principali concetti psicoanalitici, elaborati soprattutto all’interno della scuola Kleiniana, della teoria delle relazioni oggettuali, dell’attaccamento, fino a quella di “campo”, soprattutto nella Continua a leggere

Pensare con Freud

di Laura Ambrosiano e Eugenio Gaburri

La sensazione che si ha leggendo il lavoro di Laura Ambrosiano e Eugenio Gaburri   è quello di essere partiti per una navigazione. Si parte da Freud e con lui si scorre e si pensano temi come l’amore cannibalico, la morte, la sublimazione, la comunicazione agli altri delle cose che si è scoperto, e del destino delle trasmissioni:l’ascolto.

Antonella Granieri nell’introduzione al testo, riporta la suggestiva immagine di “patto tra chi dice la verità e chi lo ascolta, un patto che sancisce l’accettazione da parte dell’interlocutore di “sentire” la verità. La funzione psichica del sentire porta in primo piano l’inconscio tra i due attori, che arricchisce il discorso sullo scambio di parole e ascolto nella diffusione di qualsiasi cultura. (pag. XII). Accettare i pensieri che circolano, rendersi disponibili per i pensieri di altri implica essere in grado di fare spazio dentro di sé, aprire un tempo di attesa, che non sia sperimentato soltanto come vuoto o ansia (Neri, 2001).

Ambrosiano e Gaburri poi narrando la malattia di Freud colgono l’occasione per approfondire la funzione di autocura della sublimazione. La tradizione psicoanalitica tende a considerare la sublimazione come fonte di difesa, magari non riuscita, ma comunque tesa ad arginare la corrente pulsionale e a operare dei contro investimenti. Il versante vitale e positivo della sublimazione è che essa non sblocca l’energia pulsionale, ma la mette a disposizione per mete diverse dalla scarica. La sublimazione lascia circolare le energie, le utilizza, ne modula i ritmi, le incanala verso altri scopi. Diversamente dalla rimozione che comporta un impoverimento dell’Io, la sublimazione ne allarga orizzonti e prospettive, in questo senso ha una valenza auto terapeutica (pag 88-89).

Gli autori assumono in sintonia con il discorso freudiano, l’amore appassionato per il padre come spazio di elaborazione delle risorse per sublimare e l’esperienza edipica in senso allargato come un elemento che aiuta a organizzare la trasformazione della pulsione da desiderio cannibalico a una vorace sete di conoscenza (pag. XIX).

Sublimare ha a che fare con il creare. Il verbo italiano creare deriva dal creare latino, che condivide con “crescere” la radice kar.  Ed è proprio l’analisi che mettendo in moto un rapporto del paziente con se stesso, può dar inizio ad una crescita, unendo elementi esistenti con connessioni nuove, perdendo il guscio del già noto, della coazione a ripetere. Con le parole di Nazim Hikmet: “..il miracolo del rinnovamento, (…) è il non ripetersi del ripetersi”.  Occorre guardare all’ignoto.

L’analista dice Bion deve centrare la propria attenzione su O, l’ignoto e l’inconoscibile. Bion mette in secondo piano la funzione rappresentativa come fattore principale del cambiamento, dando priorità alla funzione trasformativa (Corrao, 1981).

Ambrosiano e Gaburri sottolineano come la psicoanalisi spesso è intesa come cura del passato, delle esperienze precoci che sono state rimosse e rimaste senza pensieri. Ma è proprio nella ricerca delle possibili prospettive di sviluppo del singolo individuo e del gruppo che la cura analitica è innanzitutto recupero e cura del futuro (pag. XX), di quella parte di tempo che ancora non ha avuto luogo.

L’ultimo capitolo del libro è un dialogo fluido tra gli autori in cui “dicono il vero” cioè proprio ciò che pensano sul testo che hanno scritto: i temi che hanno avuto più importanza, di cosa avrebbero desiderato scrivere, riprendono alcuni casi clinici ma  lontani dalla coazione  a saturare ogni mancanza, possono guardare così da angolature diverse attraverso il discorso.  Allargano i concetti, le idee, per cogliere, come dicono gli autori, i variegati nessi con il funzionamento psichico e il divenire.

È un libro ricco, intenso e profondo, un libro di scorrimento come lo definisce Gaburri. Si percepisce sempre un movimento, un cambiamento di posizione una creazione, è un libro che ricerca pensieri non ancora pensati e che promuove pensiero. Da leggere.

 

Quale omogeneità nei gruppi?

di F.N. Vasta, R. Girelli, S.Gullo

Quale omogeneità nei gruppi? È il volume curato da Francesca Natascia Vasta, Raffaella Girelli e Salvatore Gullo insieme ad altri 41 autori che racchiude in sé elementi di teoria, di clinica e ricerca sui gruppi omogenei. Con omogeneo si intende affine, analogo, simile… composto di parti affini tra loro, aventi le stesse proprietà e qualità. Fondato sull’armoniosa rispondenza, sulla coesione e sull’accordo delle parti costituenti (Gedea, 2004).  L’omogeneità costituisce un mezzo di selezione per il gruppo, ma bisogna tenere ben presente che “soffrire di sintomi simili o comportamenti simili, non significa necessariamente essere simili a livelli più profondi ed inconsci” (Hinshelwood in Vasta, 2004). Omogeneità dunque equiparata ad un contenitore, ed è proprio attraverso l’interazione contenitore-contenuto che l’individuo fa l’esperienza di contenere ciò che egli stesso aveva proiettato (Neri, 1997).

Il volume distingue due aree di lavoro con i gruppi omogenei: quella della monosintomaticità che mette a fuoco la cura del disagio e quella della monotematicità  con finalità di prevenzione e sostegno.  Entrambi con un focus di lavoro noto a priori, in un tempo di lavoro definito (quest’ultimo proposto dai curatori quale elemento qualificante il lavoro con la monosintomaticità; il volume presenta anche dispositivi con tempi diversi, sempre comunque orientati da un “pensiero” sulla scelta della durata temporale). “È grazie alla predeterminazione della dimensione temporale che risulta accelerata la capacità di portare alla luce elementi mentali letargizzati, inconsci, e, attraverso un lavoro centrato sulla dotazione di significato di questi elementi, è possibile attivare sin dalle prime sedute una cultura di gruppo che possa accogliere le emozioni e sviluppi la capacità di tollerarle e mentalizzarle da parte dei Continua a leggere

Recensione “Transiti, Scritti su psicanalisi cultura e società (1976 – 2005)”

di Lucilla Ruberti

Transiti, passaggi, dimensione entro la quale il libro si manifesta permettendo al lettore di “transitare” in differenti quanto simili dimensioni della conoscenza, una conoscenza mai disgiunta dalle emozioni e sempre aperta al dialogo. Contributi che spaziano in testi ampi e trasversali evidenziando dialoghi e dibattiti ma anche conflitti che permettono trasformazioni negate nel tempo rispetto alla possibilità di un incontro tra discipline.

Interventi che esprimono una visione ispirata ad una psicanalisi non riduttiva né chiusa all’autosignificazione ma che si presenta come dialogante con gli altri ambiti del sapere in una forma Continua a leggere

“Donne nei gruppi terapeutici” di Giovanna Cantarella

Il lavoro di Giovanna Cantarella, “Donne nei gruppi terapeutici”, si inserisce nell’ambito della ricerca psicoanalitica dei gruppi, proponendo al lettore l’approfondimento di un tema articolato, di non facile inquadramento storico: il lavoro terapeutico omogeneo per genere. Viene raccontata l’ esperienza singolare riguardante la conduzione di gruppi terapeutici di donne, che l’autrice ha formato a partire dal 1982. La focalizzazione è sull’esplorazione del rapporto tra analista donna e analizzande, i cui pilastri sarebbero la creazione di un setting specificatamente “al femminile” e l’attenzione ad un’analisi del transfert centrata su dinamiche di identificazione e differenziazione tra uguali. L’uguale diventa quindi strumento per la conoscenza di una diversità che non emerge dal confronto con l’altro sesso ma dalla possibilità di un’unione simbiotica che rappresenta la matrice di un nuovo rapporto col proprio sé femminile. Tale percorso, secondo l’autrice, sarebbe la via privilegiata per scoperta, da parte della donna, della propria unicità. L’intescambiabilità, infatti, intesa come possibilità di essere visti e di Continua a leggere

“Dopo un parto cesareo. Come rispondere alle esigenze di mamma e bambino” di Ivana Arena.

In un suo famoso aforisma Galeno afferma: “Ricordati che il miglior medico è la natura: guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi”. Venti secoli dopo Ivana Arena torna, con parole piene di passione, a ricordarci quanto il nostro corpo sano funzioni in modo praticamente perfetto, finchè interferenze esterne non vadano a creare un disturbo in questa meravigliosa “macchina”.
L’Autrice, facendo una disamina dell’evoluzione del concetto della donna e della gravidanza nel tempo, evidenzia quanto attualmente si sia persa la concezione di “fisiologia”. Con ottime spiegazioni sull’influenza ormonale di una donna in gravidanza, Ivana Arena sottolinea quanto sia difficile attualmente partorire in un’ospedale, dove alcun elemento riesce a far si che la gestante si senta a suo agio, in un clima di familiarità. Quest’ambientazione fa si che la partoriente abbia delle complicazioni che giustificano l’utilizzo di interventi medici, come l’anestesia, la somministrazione di ossitocina artificiale e, soprattutto, il taglio cesareo. L’Autrice sottolinea infatti come quest’ultimo possa creare pro Continua a leggere

“O i figli o il lavoro” di Chiara Valentini

Attraverso le parole di donne diverse per esperienze e bagaglio emozionale, Chiara Valentini ci conduce alla scoperta delle reazioni del mondo del lavoro di fronte alla maternità. Con un linguaggio chiaro e avvincente, l’Autrice ci racconta, da diverse angolazioni, cosa accade alle donne nel loro campo lavorativo quando decidono di avere un bambino. Nel libro emerge molto bene come in qualsiasi attività lavorativa, precaria o a tempo indeterminato (che può spaziare da addetta alle pulizie, a operatrice di call center, a manager), le donne si trovino di fronte ad emozioni come colpa e vergogna, che rimandano ad un passato ancestrale, per una maternità che pensano di dover nascondere per non perdere il loro posto di lavoro. Nonostante i cambiamenti nel mercato del lavoro, che si muove sempre di più all’interno di contratti a tempo determinato che dovrebbero garantire una maggiore flessibilità, nella pratica sembra che oggi il campo lavorativo proponga alle donne un impegno così totale che non può contenere al suo interno nessun progetto futuro di gravidanza. L’Autrice racconta, con vividi dettagli, cosa avviene in Italia fornendo una specifica panoramica delle zone del sud, si addentra nella situazione delle donne migranti nel nostro paese e descrive come è gestito il rapporto tra maternità e lavoro in Francia, in Svezia e in Germania, fornendo al lettore approfondimenti legislativi e giuridici. Una parte del lavoro Continua a leggere

Perdere la testa

Come mai la psicoanalisi si interessa all’arte?
Nel suo saggio Civitarese ci pone di fronte a tale domanda proponendo un punto di vista in grado di stimolare l’interesse del lettore. L’autore suggerisce infatti un superamento della posizione freudiana classica, tesa a concentrare il focus attentivo sulla storia dei personaggi nonchè al raggiungimento di un’interpretazione “vera”.
Lo slancio innovativo di Civitarese è rintracciabile proprio nella possibilità di mettere in discussione l’“interpretazione vera” sostenendo che un’analista-critico debba potersi aprire alla moltiplicazione infinita delle letture possibili. Soltanto avvicinandosi in modo più libero all’opera d’arte si può favorire una maggiore permeabilità alle emozioni del testo.
Così come in seduta con il paziente, l’analista critico è più attento all’emergere di un fatto scelto che alla costruzione di una teoria interpretativa coerente. Continua a leggere

“Emergenze borderline. Istituzione, gruppo, comunità”

a cura di Cono Aldo Barnà e Giuseppe Corlito. Franco Angeli editore 2011

Il libro, a cura di Cono Aldo Barnà e di Giuseppe Corlito, è il risultato di una ricerca effettuata da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Salute Mentale di Grosseto, nato come gruppo di supervisione sulle patologie borderline. Il testo è costituito dai contributi dei componenti del gruppo ed evidenzia come una supervisione decennale con uno psicoanalista è riuscita a far diventare più affiatato e omogeneo un gruppo e a mobilitare le capacità di cura dei vari operatori. La patologia borderline comporta reazioni emotive molto forti e divisioni nei gruppi di cura. Il riunirsi con un supervisore esterno ha aiutato a superare le difficoltà interne e ha portato a convogliare le energie in un progetto comune. Il clima affettivo costituitosi nel gruppo di lavoro e lo studio condiviso degli scritti della letteratura nazionale e internazionale sulla patologia borderline hanno permesso lo svilupparsi di un modello comune, malgrado la formazione diversa dei vari operatori. Questi sono così riusciti a sopportare pazienti frustranti e attaccanti; questa patologia è diventata fonte di ricerca ed è stato messo a punto un modello di lavoro utile per tutti i pazienti del servizio. La supervisione del gruppo di lavoro, condotta da uno psicoanalista, ha permesso la ricostruzione psicogenetica del disagio dei pazienti e l’ elaborazione delle dinamiche interne al gruppo stesso. Come sottolinea Barnà, c’è sempre una doppia richiesta che viene fatta da un gruppo di lavoro ad un supervisore: migliorare la comprensione del caso e risolvere le dinamiche conflittuali del servizio.

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“Il campo analitico. Un concetto clinico”

a cura di A. Ferro – R. Basile

Il campo analitico a cura di A. Ferro e R. Basile si presenta come un “campo” di prospettive teoriche rispetto al concetto clinico di campo analitico; l’insieme di articoli presenti nel testo permette di “entrare” nel campo clinico da diversi vertici possibili attraverso la decostruzione di vecchie teorie per giungere a nuovi possibili prospettive teoriche fino ad una visione allargata di campo. (C. Neri).
Il testo permette al lettore-analista di potersi aprire al concetto di campo analitico come nel suo lavoro terapeutico con i pazienti in cui egli deve essere aperto all’imprevisto, all’ignoto, alla possibilità di ascoltare il campo con una distanza critica dalle teorie di riferimento in cui la teoria analitica funge da cornice di riferimento. In tal modo non si corre il rischio di trasformare la lettura/seduta in una innocua discussione teorica rispetto ad una terza persona, il paziente (B. Joseph). Continua a leggere

Psicoanalisi in tempi di crisi

Gazzillo, F., Fontana, A. (a cura di) (2011)

In questo testo è presentata la prima traduzione italiana di Zehn Jahre Berliner Psychoanalytisches Institut. Poliklinik und Lehranstalt/Hrsg. v.d. Dt. Psychoanalyt. Gesellschaft. Mit e. Vorw. v. Sigmund Freud. Wien: Internationaler Psychoanalytischer Verlag, 1930, relazione a cura del dr. Max Eitingon sui dieci anni di attività dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino, di cui egli stesso fu fondatore nel 1920.
Una testimonianza preziosa sul primo progetto di psicoanalisi applicata alle istituzioni terapeutiche, che abbia interrogato la comunità analitica circa la necessità di rispondere alla natura sempre più articolata del rapporto tra domanda di cura e disagio della civiltà. Continua a leggere