Psicoanalisi in tempi di crisi

Gazzillo, F., Fontana, A. (a cura di) (2011)

In questo testo è presentata la prima traduzione italiana di Zehn Jahre Berliner Psychoanalytisches Institut. Poliklinik und Lehranstalt/Hrsg. v.d. Dt. Psychoanalyt. Gesellschaft. Mit e. Vorw. v. Sigmund Freud. Wien: Internationaler Psychoanalytischer Verlag, 1930, relazione a cura del dr. Max Eitingon sui dieci anni di attività dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino, di cui egli stesso fu fondatore nel 1920.
Una testimonianza preziosa sul primo progetto di psicoanalisi applicata alle istituzioni terapeutiche, che abbia interrogato la comunità analitica circa la necessità di rispondere alla natura sempre più articolata del rapporto tra domanda di cura e disagio della civiltà. Continua a leggere

La psicoanalisi può essere considerata una scienza? Intervista con Robert D. Hinshelwood – II parte

Domanda. Dr. Hinshelwood prima di tutto, a distanza di diverse settimane dalla Conferenza tenutasi a Roma il 3 e 4 Ottobre 2014, come trova che sia stata la risposta al tema del suo libro “Ricerca nel Setting”? E che cosa pensa della lettura che ne hanno dato gli psicoanalisti Italiani intervenuti alla presentazione?

R.D. Hinshelwood. Questa è una domanda non semplice, perché è parecchio difficile riflettere sulle presentazioni nel corso di una conferenza e soprattutto quando è il mio lavoro al centro dell’interesse. Provo sentimenti differenti, di soddisfazione e al contempo disagio che insieme interferiscono con la mia capacità di rispondere pienamente a quanto è stato detto in quella occasione tenendo conto del tempo trascorso fino ad ora, e a dire la verità ne ho un ricordo parziale. Dunque, prima di tutto penso che non possa dare una risposta dettagliata e fare un’analisi di quanto è stato detto: ho solo delle impressioni generali, e queste non possono essere del tutto affidabili.
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La psicoanalisi può essere considerata una scienza? Intervista con Robert D. Hinshelwood – I parte

Domanda. Dr. Hinshelwood, con il suo arrivo a Roma il prossimo 3 e 4 Ottobre 2014, si aprirà un dibattito attorno ad una questione che a tutt’oggi, è sempre più di rilievo per il campo psicoanalitico: la psicoanalisi può essere considerata una scienza? Nel suo libro, Ricerca nel setting. Studi sul singolo caso: soggettività e conoscenza psicoanalitica(Franco Angeli, 2014), Lei punta a quel tentativo Freudiano che dura da più di un secolo, ed incontra la propria chiave risolutiva nella pratica clinica.

Qual è la ragione che l’ha spinta a sviluppare un discorso sugli aspetti tipici della ricerca in psicoanalisi? 

R.D. Hinshelwood.  Bene, forse da sempre mi sono interessato alle menti umane e a quello che possiamo sapere di ciascuno ed in generale alla mente, ma nel corso della mia formazione clinica a partire dal 1970 in poi, è stata la pratica psicoanalitica a dominare il mio interesse. Ho lavorato anche nel Servizio Pubblico, nella Psichiatria, e mi sono occupato di come le prospettive della psicoanalisi avrebbero potuto contribuire a migliorare la vita dei pazienti psichiatrici più gravi.
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Vecchie famiglie per donne nuove. Intervista con Manuela Fraire

Domanda. Dr.ssa Fraire, la ringrazio di aver accolto la possibilità di questa intervista in occasione della pubblicazione del n°29 su esperienze di gruppi al femminile.
A più di quarant’anni dall’avvento dell’autonomia del movimento femminista, la politica e l’ordinamento capitalistico della società interrogano le conquiste e al contempo, i limiti di un’azione storica dalla portata rivoluzionaria di cui le donne si sono rese protagoniste, operando una critica radicale della famiglia, e sancendo la differenza tra emancipazione e liberazione femminile.
Cosa è cambiato dal tempo della contestazione, nella lotta delle donne per sentire riconosciuto il proprio diritto ad avere un posto? 

Manuela Fraire. Dunque, cos’è cambiato? La struttura della famiglia, e i ruoli. La famiglia edipica, triangolare- madre, padre e bambino-, è al tramonto. Difficile è distinguere tra le generazioni. I genitori che oggi hanno tra i 35 e i 40 anni sono alle prese col fallimento della propria generazione intanto perché non sono sicuri di dare un futuro Continua a leggere

La psicoanalisi nell’Era del Cyberspazio. Intervista a Glen O. Gabbard

Domanda. Dr. Gabbard, dopo anni è tornato a Roma per presentare una relazione dal titolo: “La riservatezza, il Sé, e la pratica della psicoanalisi nell’era di Internet”(1). Una nuova frontiera su cui è necessario stare e riflettere, se la psicoanalisi vuole tenersi in contatto con le nuove patologie della contemporaneità.

Da quanto tempo ha iniziato ad occuparsene? Cosa l’ha spinta a farlo?

Glen O. Gabbard. Non ho potuto evitarlo. Il mondo è cambiato. La pratica analitica e la terapia, sono cambiate. I pazienti si aspettano di contattare via e-mail o sms, il proprio analista o terapeuta. Pazienti che ho in carico, sono stati soliti richiedere un cambio di appuntamento via sms. Prima dell’incontro iniziale, sono stati a ricercarmi su Continua a leggere

Psichiatria Culturale, Igiene Mentale, e l’influenza del fattore religioso. Intervista a Goffredo Bartocci

Domanda. Dr. Bartocci, nel corso della sua carriera di psichiatra e psicoterapeuta, si è occupato del rapporto tra psicopatologia, cultura, e dimensione spirituale.

Quando, e come è avvenuto il suo incontro con tale ambito e prospettiva della psichiatria?

Goffredo Bartocci. Vinsi una borsa di studio nel 72’ per un’esperienza di un anno in Sudafrica presso il Groote Schuur Hospital di Città del Capo che si rivelò molto importante ed interessante da un punto di vista clinico. Presi atto del fatto che la cultura avesse un ruolo incisivo sulla modificazione dell’espressione psicopatologica: il mondo “magico” dei Bantu (non dimentichiamoci del lavoro di Ernesto De Martino!) influenzava le  loro espressioni  Continua a leggere

Psicologia analitica oggi. Intervista a Stefano Carta

Domanda. Prof. Carta, cinquantun anni dopo la morte di Carl Gustav Jung qual è l’attualità della psicologia analitica nella società contemporanea, e il suo rapporto alla clinica dei nuovi sintomi?

Stefano Carta. Nella società contemporanea Jung è una delle figure più importanti e allo stesso tempo meno conosciute, per cui si potrebbe dire che abbia avuto un impatto diretto minimo nella sfera sociale, sebbene un grande impatto indiretto. Alla psicologia analitica vanno riconosciuti una serie di costrutti teorico-clinici per cui si può notare un progressivo autonomo e indipendente movimento di convergenza verso alcuni suoi paradigmi da parte di diversi approcci, dalla psicoanalisi freudiana alle scienze cognitive. In questo senso la sua attualità va letta innanzitutto da un punto di vista epistemologico, e immediatamente successivamente clinico. Rispetto ai nuovi Continua a leggere

Corpi sotto assedio. Intervista ad Armando R. Favazza

Domanda. Dr Favazza, nel maggio del 2011 la Johns Hopkins University Press ha pubblicato la terza edizione di “Bodies Under Siege: Self-Mutilation, Nonsuicidal Self-Injury, and Body Modification in Culture and Psychiatry”, un testo che sin dal 1987, è considerato come il più importante lavoro sull’autolesionismo e sulle pratiche di modificazione corporea, lette nella loro complessità secondo prospettive cliniche e culturali, ponendo attenzione al rapporto con il contesto attuale.
Potrebbe introdurci al perché molti anni fa, si è iniziato ad interessare di automutilazione, e ha deciso di dedicarsi alla ricerca sul suo significato?

Armando R. Favazza. Ho avuto la fortuna di studiare con la famosa antropologa Margaret Mead, e dunque la mia identità professionale è quella di uno psichiatra culturale che si interessa alla connessione tra psichiatria clinica e antropologia culturale. Ad inizio della mia carriera, verso la fine degli anni 70’, ho scritto per lo più una serie di Continua a leggere

Un percorso psicoanalitico. Intervista a Franco Borgogno

Domanda. Il prof. Borgogno, nella sua pratica di analista e autore di molti lavori sulla clinica degli “spoilt children”(1994; 1999; 2011), testimonia del trauma come esperienza di una “omissione di soccorso” che il soggetto ha subìto e che può però arrivare a misconoscere o a non registrare affatto. Si tratta di un’omissione in cui è a suo avviso operante l’“inclusione-intrusione” e l’“estrazione-estraiezione” di un altro che non risponde.
Quali effetti potrebbero derivarne per lo sviluppo di un individuo che ha sperimentato tale modalità di rapporto con un altro aggressore e deprivante?

Franco Borgogno. Interessandomi del trauma a partire dalla mia pratica analitica con pazienti difficili (e cioè afflitti da una grande sofferenza psichica), ho inteso mettere a fuoco sin dagli inizi degli anni Novanta la noncuranza genitoriale come fattore elettivamente patogeno, un aspetto in quegli anni del tutto trascurato e non realmente Continua a leggere

“Un analista alle prese con l’autismo”. Intervista ad Antonio Di Ciaccia

Domanda. Dott. Di Ciaccia, nel 1974 Lei ha istituito in Belgio l’Antenna 110, un’istituzione che ancora oggi si occupa della clinica del bambino autistico, fondando quella che verrà nel 1992 nominata da J.-A. Miller, “pratique-à-plusieurs”.
Sotto la spinta di quale urgenza, ha sentito di dover inventare una pratica che sostenesse e orientasse la modalità di lavoro in équipe degli operatori?

Antonio Di Ciaccia. La prima urgenza era che ero in analisi, dovevo pagare la mia analisi e Lacan era caro. Ho cercato quindi lavoro e ne ho trovati diversi: ho tradotto diverse opere del filosofo Alphonse de Waelhens, del professor Antoon Vergote e di Leopold Szondi. Ma non era sufficiente. Mi capitò allora un incontro fortunato con una Continua a leggere

“Uno sguardo sulla vergogna”. Intervista a B. Kilborne

Presentazione

di Sabrina Di Cioccio

Nasce una nuova sezione all’interno di Funzione Gamma: uno spazio di approfondimento tematico che attraverso la pubblicazione periodica di materiali inediti, rilancia ulteriormente l’interesse della rivista per la ricerca sui gruppi.

L’obiettivo dell’area “Interviste”, è garantire nell’immediatezza della fruibilità di un formato che scandisce e ordina il discorso, una consultazione facilitata dalla temporalità dialogica, di contributi brevi che devono la loro possibilità alla disponibilità e collaborazione degli ospiti accolti di volta in volta nella sezione.

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Festim

Presentazione del numero del journal telematico Funzione Gamma, sul tema de: Le differenti applicazioni del dispositivo del gruppo, all’interno di istituzioni cliniche, sociali ed organizzative (a cura di) Sabrina Di Cioccio

Qual è l’attualità della pratica con i gruppi, nel 70° anniversario della pubblicazione dell’articolo di Bion e Rickman, sull’esperienza tenuta a Northfield?

Quali sviluppi hanno potuto prendere avvio dalla portata pioneristica di quella ricerca, le cui basi furono gettate proprio a partire dal riconoscimento della scoperta freudiana, scoperta senza precedenti dell’inconscio?

Qual è ad oggi la costante che permette ai clinici delle più diverse formazioni specialistiche, di dialogare e dibattere sulle funzionalità di un dispositivo nato per far fronte alle difficoltà poste dal contenitore istituzionale?

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Festim

Il dispositivo del gruppo senza capo, per intervenire nell’emergenza post-terremoto

Abstract

Questo contributo testimonia il lavoro di intervento breve che a due settimane dall’evento sismico che il 20 maggio del 2012 ha colpito l’Emilia Romagna, è stato realizzato in un campo di sfollati, allestito e gestito da un’Associazione di Volontari di Protezione Civile.
Il testo è interrogato dalle due questioni che hanno fondato l’esperienza di cui discute.
1) Quale trattamento dell’emergenza è possibile laddove la catastrofe naturale ha dettato l’avvento di un prima e dopo che incide irreversibilmente la familiarità con la quotidianità abitudinaria? Continua a leggere

Donne

Maestre a scuola dall’impasse

Abstract

La presentazione del progetto Lavorare insieme..Uno per uno!, realizzato  all’interno della realtà scolastica di un Istituto Comprensivo Abruzzese tra il maggio e il settembre del 2011, articola le tappe evolutive del proprio percorso, in riferimento all’applicazione del dispositivo della pratique-à-plusieurs nel lavoro con gruppi di insegnanti donne, della scuola dell’infanzia e primaria. A fondare la possibilità di questa esperienza, la necessità di aprire uno spazio di ascolto entro cui potessero maturare e sedimentarsi nuove risposte, alla domanda di un’istituzione alle prese con la difficoltà di promuovere una cultura di Continua a leggere

MatisseIcaro

Trauma senza risposta e prelogia dell’incidente in adolescenza

Abstract

La prelogia dell’incidente in adolescenza rivela lo stato di sopraffazione della mente di un soggetto alle prese con il tempo della sua seconda nascita e col ritorno di quell’angoscia automatica e primitiva con cui è costretto a confrontarsi nel mentre il corpo nella sua metamorfosi, si impone alla mente sotto l’ineluttabile spinta biologica. Tale angoscia è ciò che l’adolescente nell’inevitabilità e al Continua a leggere

FormeCircolari

Anoressia: il pericolo di un nichilismo suicida per sopravvivere in adolescenza

Abstract

La morte come ciò che rende possibile il riferirsi del soggetto anoressico ad altro, nell’avvenuto riconoscimento dell’insussistenza di ciò in cui in precedenza, compiacendo si è sforzato: garantire il godimento dell’Altro (Lacan, 1973). Nell’avversione contro l’umano e il corporeo, si affer Continua a leggere