Presentazione, Tempo e Narrazione
L’edizione è introdotta dal saggio di Antonino Ferro.
Ferro ha centrato una articolata ricerca sul fulcro narratologico e trasformativo del qui e ora della seduta analitica, contribuendo a plasmare nuove dimensioni della teoria psicoanalitica e del transfert, che assumono particolare importanza a fronte dei mutamenti delle moderne patologie e dei contesti nei quali esse nascono.
L’edizione Tempo e Narrazione è nata dal suo saggio introduttivo, che rende ragione della complessa sostanza semiotica del tema, delle ricerche che vi confluiscono e del significato psicoanalitico del narrare.
Gli articoli successivi sono andati organizzandosi attorno ad un nucleo prescelto e hanno preso soprattutto in considerazione le valenze sociali del narrare e la relazione con l’elemento (a)temporale.
Una relazione fra ricordo e oblio è esplorata attraverso la rievocazione di un paziente e di due scenari di fiabe venuti a far parte della sua vicenda analitica. Nella vicenda analitica alcuni ricordi possono e debbono essere trasformati e lasciati sullo sfondo a favore di un presente rinnovato. Barbablù e Sheherazad indicano appunto queste due polarità. Barbablù addita una camera piena di pezzi tronchi e mutilati, alla quale si ritorna coattivamente più e più volte. Sheherazad lo scioglimento del ricordo traumatico di un tradimento subito che viene operato attraverso l’attività inventiva del narrare. L’autore mostra, inoltre, come in alcuni casi la rievocazione letteraria giunga in seduta al posto di espressioni più dirette e personali, come un modo per rivendicare la mancanza di elementi necessari per elaborare sentimenti paurosi e per proseguire l’analisi. Tale assunto conduce a individuare il diverso uso della memoria e la qualità importante della possibile oscillazione del ricordo fra contenuti inaffrontabili ed evitati e frammenti cristallizzati, che pur avendo un’apparenza insignificante svolgono una importante funzione coesiva e di contenimento.
La seduta e le fiabe, che vi sono in diverso modo rappresentate, trattano gli elementi di terrore e di frammentazione del ricordo. (Neri).
Il tema della narrazione di fiabe è anche proposto, in una preziosa sezione tematica presentata successivamente, come mediatore simbolico con gruppi di bambini, da Pierre Lafforgue e da alcuni category italiani.
Vari aspetti sono esplorati che indicano la narratività come elaborazione di un gruppo: ad esempio il gruppo che contiene, elabora e trasforma le “osservazioni del bambino” svolte secondo il metodo di Esther Bick e dell’Infant Observation, il quale mediante le “associazione dei punti di vista” sui resoconti delle osservazioni si ricollega alla possibilità di ricreare temporalità e legami psichici mancanti in quelle situazioni infantili nelle quali la sofferenza primitiva precoce, fuori-tempo e fuori-psiche, non può, nonché essere simbolizzata, neppure essere comunicata e segnalata (Mellier). Continua a leggere