Dalla trottola alle parole: conduzione e trasformazione in un gruppo terapeutico di bambini.
Abstract
Nella mia esperienza con i gruppi di bambini (età di inizio: 4-5 anni, bambini con un livello intellettivo nei limiti della norma e con blocchi evolutivi più o meno gravi: a volte viene inserito anche un bambino con struttura psicotica di personalità) ho rilevato che i conduttori svolgono funzioni diverse, a seconda del momento del gruppo, funzioni che cercherò di illustrare attraverso la storia di questo gruppo.
Vorrei specificare che tali funzioni in un modello di sviluppo a spirale si intersecano e si sovrappongono permettendo al gruppo di bambini il passaggio, e l’integrazione, da modalità di comunicazione sensoriale, motoria, corporea degli affetti a modalità di comunicazione verbale, utilizzando come ponte la transizionalità del gioco.
A livello tecnico viene lasciata libertà di espressione (gioco, disegno, parole ecc.), in un assetto di lavoro nel quale il conduttore stesso può intervenire in modo attivo, qualora i bambini richiedano la sua partecipazione al gioco e nel momento in cui pare necessario introdurre nel “campo” di gioco funzioni di regolazione e modulazione degli affetti. La modalità tecnica da noi privilegiata è quella del linguaggio ludico (gioco, storia, interpretazioni giocate) come strumento interattivo e trasformativo in un contesto relazionale gruppale. In un’ottica winnicottiana utilizziamo l’area transizionale del gioco come tramite che permette di esteriorizzare, controllare così a debita distanza, rendere digeribile, far proprio e introiettare, trasformato, ciò che è sconosciuto al Sè.