Edipo di gruppo e scena primaria. Inserzioni e contaminazioni tra virtuale e arcaico
Abstract
L’autore rivisita l’Edipo nella sua dimensione complessa e gruppale, e i possibili effetti saturanti e inibitori dell’innesto del virtuale nella dimensione immaginaria della scena primaria. L’idea di famiglia come contenitore protettivo e isolato dal sociale è solo una idealizzazione del bambino e del primo Freud, che però in seguito intuisce gli aspetti gruppali dell’Edipo e considera la scena primaria un fantasma originario che media tra storia e struttura. Vengono rivisitati gli aspetti gruppali dell’Edipo attraverso le concezioni di Bion e di Bollas, mentre il concetto di scena primaria è esteso alla concezione di campo emozionale in cui vive il bambino sin dalla nascita e messo in relazione al concetto di fantasma originario. È a questo livello primitivo e indifferenziato che la scena primaria compie il suo lavoro di sutura dell’originario e che i concetti di oscenalità e di transfert topico possono incontrarsi con il proto-mentale di Bion e la teoria di campo. La scena primaria, in quanto referente immaginario e fantasma sull’origine, è lo schema primordiale più idoneo per compiere un lavoro di sutura con l’arcaico, e porsi come organizzatore dello sviluppo del campo emozionale e del Sé del bambino. La scena primaria media infatti tra Edipo e gruppo, tra immaginario e arcaico, tra reale e virtuale, e pesca direttamente nell’ambiguità primaria, nell’indifferenziazione psiche-soma e nella trama
intersoggettiva. I nuovi media, la confusione reale/virtuale non sono quindi dannosi di per sé, ma lo possono diventare quando la mediazione genitoriale viene meno, e il bambino è lasciato solo dinanzi ad una fonte di immagini onnipotente e senza filtri che assume la valenza di una scena primaria infinita e continuata, che va a suturare l’arcaico, innestandovi un immaginario mostruoso e senza senso, che spiazza il bambino da ogni possibile trasformazione.