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Il modello gruppoanalitico per la costituzione di una identità personale e sociale dinamica

Abstract

Il modello gruppoanalitico per la costituzione di una identità personale e sociale dinamica. L’identità ha bisogno del tempo per costituirsi, per imparare ad essere flessibile e a trasformarsi, mantenendo un senso di continuità del Sé, un tempo difficile da trovare nella società contemporanea dominata dall’idea del tutto subito. Noi, come psicoanalisti possiamo aiutare a far ripartire il tempo in tutte le sue articolazioni da quella che Pontalis (1997) ha chiamato la Quinta stagione, un nome evocativo per designare l’inconscio, inteso come sistema aperto. La relazione analitica dà al tempo il suo spessore e le cifre specifiche per ogni soggetto che lo attraversa. L’aspetto peculiare del lavoro gruppoanalitico è dato dal fatto che le narrazioni del singolo vengono arricchite e amplificate anche dalle interazioni e dai racconti degli altri con la produzione di movimenti fondamentali verso una sana individuazione e il piacere, e non l’obbligo, della condivisione e dell’appartenenza. Ogni partecipante sperimenta direttamente, seduta dopo seduta, il valore fondativo dell’altro per la costituzione della propria identità. La cultura flessibile e in continuo divenire che si respira fa si che il soggetto non venga appiattito sul sintomo e nemmeno sulla propria appartenenza sociale.
Tutto ciò non avviene senza conflitti che a volte possono degenerare in scontri che il terapeuta deve poter trasformare in una nuova e creativa consapevolezza identitaria, che non teme di meticciarsi con l’identità dell’altro. Questa tematica può essere un valido modello anche per il sociale contemporaneo che non può eludere il confronto con la migrazione che continuerà ad aumentare. E’ auspicabile che il modello gruppoanalitico possa aver diritto di parola nella nostra

società e diffondere una cultura dove i pregiudizi si possano mettere in discussione e divenire ipotesi da verificare, che non creano rigide barriere e scale di valore che arrivano a far ritenere l’altro non degno di appartenere alla stesso concetto di umanità Ritengo che i paradigmi fondativi della gruppoanalisi e la cultura gruppoanalitica possano fornire un valido contributo al costituirsi di una sana identità che non teme ma valorizza il dialogo con l’alterità.

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