Il virtuale psichico e le sue insidie: hikikomori e relazione d’oggetto virtuale
Abstract
Il cervello costruisce costantemente delle rappresentazioni virtuali che permettono di attuare simulazioni mentali e la possibilità di anticipare le azioni. Queste rappresentazioni differiscono dai mondi immaginari perché si articolano costantemente con le informazioni provenienti dagli organi di senso per consentire poi l’adattamento al reale. Questa connessione può essere interrotta in due modi. Il primo è tagliar via ogni legame tra le rappresentazioni anticipatorie e il rimando che proviene dall’esperienza. Il soggetto vive allora come sospeso, senza progetto e senza futuro. Questo è il fenomeno Hikikomori, che è indipendente dall’uso di uno schermo digitale. Il secondo è quello di ignorare totalmente le informazioni che derivano dagli organi di senso pensando che il mondo con cui si entra in contatto si presenti così come è anticipato mentalmente. Il soggetto, allora, accetta l’altro solo nella misura in cui l’altro coincide con le proprie aspettative. Non si tratta più soltanto di una relazione con un oggetto virtuale psichico (o Rov), che le informazioni fornite attraverso i sensi tendono a ridefinire costantemente. La propria relazione con l’altro diviene virtuale. È questo
che chiamiamo Rvo, una relazione virtuale con un oggetto. Questa è indipendente dall’uso di uno schermo digitale, ma la mediazione di un’interfaccia digitale ne aumenta considerevolmente i rischi.