Introduzione
La sconvolgente esperienza dell’incontro con Bion
Il pensiero di Bion non è ordinabile, specialmente quello mistico. Bion ha portato l’incertezza, il dubbio, la continua trasformazione del pensiero nel tempo. Nella trilogia c’è già il pensiero post-moderno (indeterminazione, decanonizzazione, ironia, ecc. ecc.). La mia prima impressione, nel leggere Bion, negli anni ’78, è stata sconvolgente: una sensazione di disorientamento temporo-spaziale e di rabbia; ora di una riflessione aperta verso il Nulla!
Un giorno Ignacio Matte Blanco, mi fece vedere una lettera di Bion, a lui indirizzata, dove lo ringraziava per aver scritto un lavoro sul suo pensiero. Notai l’ammirazione di Matte Blanco nei confronti di questo psicoanalista a me sconosciuto. Vennero, poi, i seminari di Francesco Corrao sul pensiero di Bion: ero sospeso tra le cose! Un collega mi consigliò, per capire Bion, di iniziare lo studio partendo dai seminari clinici. Mi si aprì un mondo nuovo: entrai in uno spazio, dove c’era una dimensione del tempo diversa, quasi sospesa, dove era il particolare che veniva pensato da Bion e attraverso il particolare si intravedeva il mondo interno dell’Altro!
Darmi una spiegazione di come si potesse pensare, nella stanza d’analisi, con poca memoria e poco desiderio divenne per me una priorità! Dagli anni ‘80 iniziò la mia ricerca sistematica sul pensiero di Bion, su cosa intendesse con <Psicoanalisi Scientifica>. In questo metaforico cammino incontrai, nel 2002 i “bioniani” a São Paulo, partecipando, da allora, alla attività accademica della Società Brasiliana di Psicoanalisi di São Paulo (SBPSP). Ritengo che a San Paolo, nell’ambiente degli psicoanalisti, sia avvenuta una mistura di molte culture dell’Occidente e dell’Oriente, psicoanalisti figli o nipoti di emigranti. Quanto l’euroasiatico Bion, emigrato a Londra dalla sua terra, l’India, emigrato a Los Angeles da Londra, si è sentito all’unisono con questi psicoanalisti? Immagino che, uniti da un’unica lingua, in Brasile, da Recife a Porto Alegre, da Brasilia a Rio de Janeiro, da São Paulo a Mato Grosso do Sul, si stia sviluppando un pensiero sulla direttrice tracciata da Bion, ricco degli apporti degli assunti di base, strutturati su miti, pensieri onirici, sogni, allucinazioni provenienti dall’Europa, dall’Asia, dall’Africa e dalla ricca mitologia degli Indios dell’Amazonia e della Mata Atlantica. Si ripete ogni giorno in Brasile l’incontro di un presente con tanti “passati”, di pensare il futuro, declinato su emozioni transgenerazionali di terre ignote. Trovo che questa cultura plurisincretica sia da confrontare con la nostra del “vecchio continente”. E’ questo numero di Funzionegamma, anche, un incontro tra le due sponde dell’Atlantico, partendo da una comune matrice bioniana e prima kleiniana.