Donne

Maestre a scuola dall’impasse

Abstract

La presentazione del progetto Lavorare insieme..Uno per uno!, realizzato  all’interno della realtà scolastica di un Istituto Comprensivo Abruzzese tra il maggio e il settembre del 2011, articola le tappe evolutive del proprio percorso, in riferimento all’applicazione del dispositivo della pratique-à-plusieurs nel lavoro con gruppi di insegnanti donne, della scuola dell’infanzia e primaria. A fondare la possibilità di questa esperienza, la necessità di aprire uno spazio di ascolto entro cui potessero maturare e sedimentarsi nuove risposte, alla domanda di un’istituzione alle prese con la difficoltà di promuovere una cultura di collaboratività tra le sue operatrici. L’intervento è stato pensato e progettato sull’importanza di rifondare il discorso educativo e il campo scolastico, a partire dalle due dimensioni del soggetto e del desiderio, in riferimento all’applicazione della psicoanalisi lacaniana nelle Istituzioni sociali. L’operatività di questa esperienza si è tradotta nella possibilità di interrogarle una per una, sul come inventare il modo di diventare un’equipe desiderante, in cui ognuna ha il proprio posto a partire dal quale concorre insieme alle altre, nel trovare una logica di funzionamento comune che individui nel gruppo di lavoro, quell’istanza che sostiene e orienta ogni insegnante nel non indietreggiare di fronte all’impasse di cui pone questione la pratica educativa. Il testo riflette nella sua organizzazione espositiva, la necessità reale con cui il progetto ha dovuto confrontarsi per riuscire a promuovere la novità della sua proposta, ovvero quella di una politica che incontri il disagio dell’Istituzione in cui emerge, attraverso una visione nuova della formazione rivolta agli insegnanti e affidata allo psicologo che opera nella scuola. Una formazione questa, che non impartisce né suggerisce la strada, in cui lo psicologo è in posizione di terzo che ha funzione di sostegno all’insegnamento ed apre un campo entro cui nessuno insegna qualcosa a qualcuno ma ha luogo l’apertura a un dire che accoglie idee e ipotesi in grado di permettere ad ognuno di incontrare in quel qualcosa che inventa, un riferimento su cui sostenersi.

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