Presentazione dell’opera di Bion: “Memoria del futuro”, alcune riflessioni sull’oblio e l’alba
Abstract
La Trilogia “Una Memoria del Futuro” comprende in modo schematico ma denso il sommario dei contributi teorici di Bion apportati allo sviluppo della psicoanalisi e anche, come ha detto Meg Williams, un apporto per tutta l’umanità. Nella Trilogia, in un modo originale, in uno scenario vivo e fresco, all’interno di un lungo giorno sono affrontati i temi che racchiudono in sé diversi secoli di tentativi ed ipotesi, per apprendere la realtà psichica, come Freud l’ha chiamata. Questo modo quasi originale è un blend dei tentativi di Socrate, Diderot, Shakespeare, Goethe, dei romantici europei e Freud di mettere a fuoco la realtà psichica. Nei tre volumi troviamo dialoghi, analogie, metafore, parabole, e citazioni che contengono una gran parte del pensiero della nostra civiltà. Sono i fondamenti, che possono essere considerati come invarianze dell’umanità. Queste invarianze, in un modo approssimativo ed imperfetto, sono chiamate bestialità, sublimità, morte, vita, assenza di mente, femminilità maternità, mascolinità, paternità, i due aspetti del funzionamento mentale, posizioni schizo-paranoide e depressiva, gli istinti, le manifestazioni degli istinti come Edipo. Ed ancora compassione, lontananza e assenza di sensibilità per la sofferenza e il dolore degli altri, cinismo, amore per la verità e considerazione verso la vita naturale, per quella che è. L’origine del pensiero di Bion è ricercata nella scienza, nell’arte, nella mistica e nella medicina. I lettori possono incontrare nella Trilogia, tra l’altro, molti dati tecnici psicoanalitici esaminati da Bion come transfert, identificazione proiettiva, regressione, lavoro del sogno, allucinosi, pensiero. La Trilogia può essere considerata come il bastone da passeggio per il cieco nell’avventura di avvicinarsi al proprio mondo interno, al comprendere il funzionamento del processo primario- senza schemi razionali e senza usare un gergo psicoanalitico.