Psichiatria prossima. La psichiatria territoriale in un’epoca di crisi. Giuseppe Riefolo (2001). Nota introduttiva di Paolo Sylos Labini
In questo libro intelligente e coraggioso, Giuseppe Riefolo affronta i problemi quotidiani di chi, lavorando in un Centro di Salute Mentale, si deve confrontare con la sofferenza psichica e con la richiesta di aiuto di una popolazione vasta ed eterogenea, sia per caratteristiche sociali, che per modalità di espressione della sofferenza stessa.
Il libro è articolato in otto capitoli e, nello svolgersi del discorso, propone al lettore di fermarsi a “pensare” su ciò che solitamente si “vive” nelle Istituzioni.
I capitoli sulla saturazione e l’accoglienza evidenziano la pressione della richiesta, che può indurre nell’operatore, qualunque sia la categoria professionale a cui appartiene, un processo di progressivo affaticamento fino all’esaurimento delle risorse che si può fronteggiare solo facendo appello alla capacità di autonomia, quindi alla modificazione dell’organizzazione interna del sistema. La funzione dell’accoglienza viene considerata comunque come cardine di un servizio pubblico in quanto tale, intorno al quale si articolano le differenti risposte alla domanda.
L’intervento psicologico nelle aree urbane disagiate affronta il compito dell’ascolto del disagio psichico in un atteggiamento di difficile equilibrio, rispettoso ma propositivo, verso il paziente e il suo contesto con l’attenzione volta alle risorse che il contesto stesso, regredito ma coesivo, può offrire.
Il capitolo sulla psicoterapia nel campo istituzionale propone una relazione fondamentalmente autentica in un contesto “originale” dove si fonda il prendersi cura in un clima di fiducia che promuoverà gli eventuali cambiamenti.
Infine i capitoli riguardanti il campo dell’emergenza e dell’urgenza e il paziente che non collabora, propongono da un lato la difficile distinzione tra l’attenzione all’emergere di elementi nuovi (sia pure per la rottura di precedenti equilibri) che necessitano di un tempo anche lungo per essere colti e la contrazione del tempo insita, anche etimologicamente, nel concetto di urgenza; dall’altro la difficile relazione con colui che è preda del giusto timore verso un nuovo non ancora conosciuto.
Riefolo usa, nel linguaggio del prendersi cura, parole come verità, autenticità, onestà, rispetto e con il suo gusto per il paradosso, ribalta le situazioni di difficoltà per scoprirvi, grazie a una curiosità sempre viva e ad un sincero amore per il proprio lavoro, le risorse da mobilitare e le possibilità di cambiamento.