Psicoanalisi in tempi di crisi
Gazzillo, F., Fontana, A. (a cura di) (2011)
In questo testo è presentata la prima traduzione italiana di Zehn Jahre Berliner Psychoanalytisches Institut. Poliklinik und Lehranstalt/Hrsg. v.d. Dt. Psychoanalyt. Gesellschaft. Mit e. Vorw. v. Sigmund Freud. Wien: Internationaler Psychoanalytischer Verlag, 1930, relazione a cura del dr. Max Eitingon sui dieci anni di attività dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino, di cui egli stesso fu fondatore nel 1920.
Una testimonianza preziosa sul primo progetto di psicoanalisi applicata alle istituzioni terapeutiche, che abbia interrogato la comunità analitica circa la necessità di rispondere alla natura sempre più articolata del rapporto tra domanda di cura e disagio della civiltà.
Psicoanalisi in tempi di crisi,ospita dunque l’esperienza di quello che fu definito dallo stesso Eitingon un azzardo riuscito (1928, p.134) che ha permesso alla psicoanalisi nel tempo della cultura di Weimer, di conquistare quell’autorità necessaria e sufficiente, per riuscire a sottrarsi a quella condizione di paria che S. Freud otto anni prima, aveva denunciato in occasione del Congresso di Budapest.
Nel 1930 Freud stesso a prefazione della prima edizione che accoglie tra i suoi contributi quelli di E. Simmel, O. Fenichel, H. Lampl e K. Horney, riconoscerà all’Istituto le tre funzioni di centro clinico, scuola, e laboratorio di ricerca, in cui l’iniziativa privata di un singolo analista (1930, p.29), è riuscita a contrastare il disimpegno delle Istituzioni dal perorare l’urgenza della causa che ha motivato la messa in opera di uno spazio di cura e trattamento a cui avessero accesso coloro che non avrebbero mai potuto sostenerne le spese, nonché di inaugurare un luogo in cui venisse impartito l’insegnamento teorico della psicoanalisi e allo stesso tempo, la formazione degli allievi potesse essere affiancata e sostenuta dall’esperienza di analisti anziani attraverso lo strumento di analisi di controllo del caso.
La lettura di questo documento- dal resoconto statistico dell’attività terapeutica, all’organizzazione della didattica, dal funzionamento dell’ambulatorio, all’apertura dell’Istituto di Formazione-, introduce a una riflessione più che mai attuale sul futuro della psicoanalisi e sull’impegno che dovrebbe poter assolvere nel tempo della crisi dei mercati finanziari e del vacillamento dei riferimenti simbolici, affinché la possibilità di un annodamento tra clinica, insegnamento e struttura del legame sociale, riesca a tenere contro il rischio dell’annidarsi di quelle aberrazioni ideologiche che hanno presa sulle masse, quando la disillusione è tale da scuoterle tra anomia e disperazione. Con gli accadimenti politici del 1933, l’Istituto Psicoanalitico di Berlino mancherà la realizzazione del progetto freudiano, divenendo Istituto per la Ricerca Psicologica del Reich.
A commento dei Dieci anni dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino, una serie di contributi ed interventi, relativi ad una delle realtà cliniche e istituzionali che in Italia a partire dagli anni 70’, e grazie all’iniziativa di Paolo Perrotti, ha affermato l’importanza per la psicoanalisi di assumersi la responsabilità dell’impegno sociale, invitano a non smarrire l’eredità dell’esperienza del Policlinico: dal 1991 a oggi, i Laboratori dello Spazio Psicoanalitico di Roma hanno operato nel campo sociale, un tentativo di risposta al disagio. Altre sono le comunità che operano prestando la propria pratica clinica al servizio della medesima causa, e la portata del valore reperibile in Psicoanalisi in tempi di crisi, è di un appello affinché ognuna nel proprio modo, possa continuare ad interrogarsi sui limiti e sulle nuove prospettive da maturare nella complessa realizzazione di tale compito.