Raccontare i sogni come richiesta di contenimento: tre usi del sogno in terapia di gruppo
Abstract
I sogni possono essere concettualizzati e lavorati proficuamente in gruppo come uno spazio intersoggettivo nel gruppo in cui sia il sognatore sia l’intero gruppo (compreso il conduttore) aiutano a lavorare attraverso le emozioni (Ogden, 1996).
Il dreamtelling introduce un unico potenziale fertilizzando la matrice associativa del gruppo e gettando un ponte tra le relazioni individuali e di gruppo. Un sogno è raccontato in un gruppo con diverse motivazioni inconsce parallele. Il gruppo dovrebbe “sognare il sogno” attraverso la sua risonanza collettiva e utilizzare il nuovo spazio creato dal sogno raccontato per elaborare il suo contenuto. Il lavoro “informativo” di solito è rilevante per l’individuo così come per molti altri partecipanti del gruppo, che evolvono grazie all’assimilazione di informazioni univoche recuperate dai sogni, e per il gruppo come insieme. Il dreamtelling può essere utilizzato anche per “formare” e rinsaldare lo spazio mentale dell’individuo e per costruire la struttura del gruppo. Infine, il dreamtelling può sia soddisfare il bisogno e la richiesta di contenimento da parte del pubblico, sia la volontà di promuovere un cambiamento nel rapporto tra il dreamteller e il suo pubblico. I membri del gruppo, compreso il conduttore dovrebbero essere aperti agli aspetti elaborativi del sogno così come alle influenze complementari sulle relazioni future.