Recensione “La situazione psicoanalitica come campo bipersonale” di Willy e Madeleine Baranger
I Baranger negli scritti attraversano il “campo” delle teorie psicoanalitiche in un dialogo continuo tra presente e passato che permette di volgere uno sguardo al futuro.
Un passato che ha origine nella teorizzazione di Freud, passa per la Klein fino al convegno su Bion a Boston nel 2009, menzionato da A. Ferro, in cui il concetto di campo assume caratteristiche di gruppalità.
Un concetto quello di campo che assume le caratteristiche di “nulla di nuovo” ma che volgendosi al passato suscita un terremoto, così come lo definisce Ferro nella teorizzazione psicanalitica.
Così come il lavoro analitico guarda al qui ed ora e al passato, in una dialettica tra temporalità chiusa e ripetitiva della nevrosi e temporalità aperta dell’insight, allo stesso modo le teorie psicanalitiche dovrebbero guardare indietro ed avanti contemporaneamente, riformulando concetti chiari e definiti permettendo così ulteriori sviluppi.
I Baranger affrontano negli scritti concetti come campo analitico visto in una prospettiva bipersonale, in cui due persone (analista e analizzando) sono inestricabilmente legate e complementari; fantasia inconscia che si crea tra i due all’interno della seduta; bastione come luogo di resistenza della coppia e secondo sguardo come quel “colpo d’anca” che permette all’analista di osservare il campo, di cui egli stesso fa parte, con i suoi funzionamenti e disfunzionamenti. La seduta di analisi si presenta come un sogno delle menti in cui l’analista promuove un’attività di tipo onirico della coppia analitica. Gli scritti offrono la possibilità al lettore di interrogarsi continuamente attraverso un “secondo sguardo” sulla propria esperienza professionale psicanalitica.
Gran parte degli scritti si rivolgono al concetto di campo, che viene ripensato partendo dalla metafora della scacchiera e dalla metafora militare freudiane in cui si intravede, anche se non ancora esplicitato, il concetto di campo come scacchiera sulla quale ha luogo una partita a scacchi tra analista e paziente in cui l’analista stesso ignora la struttura essenziale di essa o un campo di battaglia dove ha luogo un processo di riconquista.
Un testo che può permettere ad ogni professionista di ripensare continuamente la propria esperienza professionale, anche laddove si presenta un “bastione” nel corso di un trattamento analitico.