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Ringraziamenti

I ringraziamenti più importanti in quest’età di mezzo sono quelli diretti, “a monte e a valle”, alle figure che ci hanno aiutato ad esistere e a trovare una sognabilità dell’esperienza.
Grazie a Stefania Marinelli ed a Claudio Neri per la continuità di lavoro e di sviluppo di “opere” per una prospettiva alle cure dei disagi mentali, accompagnando la complessità delle nostre crescite, con la consapevolezza della fortuna che abbiamo nell’essere vivi, non solo biologicamente, ma nel vivere pensieri in corso di sviluppo. La riconoscenza che sento per loro è legata anche all’affetto per aver ospitato miei “pensieri bambini”, tempo fa, con rispetto e accoglienza; proprio l’accogliere pensieri senza paura che non siano perfetti o finiti, ci consente di ripensarli, di “montarli e smontarli“, con l’esercizio del dubbio nel perdere temporaneamente le certezze al fine di ricomporne altre.
Grazie ai colleghi che scrivono su questo numero per la capacità di stare assieme nello sperimentarsi coi pazienti per un loro bene e non per il bene delle teorie, senza cioè diventare fanatici nel claustrum delle singole scuole.
Grazie a loro per non utilizzare gli category come schermo, ma come compagni interni, colleghi che ci siamo scelti, e come “chiavi” per problematizzare l’“umano” che incontriamo nel nostro lavoro.
Grazie per non aver perso di vista i contesti culturali operanti che, seguendo Nathan e Devereux, sono intimamente connessi ai modi di ammalare e di curare di una società.
Grazie ai colleghi che stanno lontani da una delle più pericolose malattie odierne, ossia il mal- uso del potere.

Un ringraziamento va a Simona Faucitano e ai miei figli Tommaso, Fiammetta e Samuele, e a mio fratello Fabio e alla moglie Valeria Mosconi e ai miei genitori.
Un ringraziamento all’ABA e soprattutto a Fabiola de Clercq che ha saputo ascoltarmi e valorizzare molti di noi in un dialogo aperto e di crescita di un’istituzione vitale da più di vent’anni.

Grazie anche ai colleghi del “Transgenerazionale” e ad altri colleghi vicini, Paolo Leoni, Maura Monguzzi, Francesca Borgogno, Fiammetta Gubetti, Sara Bruni, Maurizio Pinato, Enrico Varrani, Luigi Valera, Davide Catullo, Armando Ciriello, Adriano Formoso, Roberto Viganoni, Gaetano Della Cerra, Leopolda Pelizzaro, Dora Rossi, Roberto Cerabolini, Marco Ramella, Claudio Cassardo, Francesco Bisagni, Chiara Mauri, Danila Benedetto, Fabrizia Tomasi, Sara Vignali, Michele Bardin, Andrea Bocchiola, Marco Riva, Roberta Resega, Federico Bianchi, Pierchristian Verde, Andrea Narracci, Pasquale Pismataro, Goriano Rugi, Stefania Colombo, scusandomi per coloro di cui mi dimentico.

Grazie ai collaboratori di Etnopsicopatologia, Dr.ssa Sara Bruni e Dr.Luigi Cabua.

Grazie a Domenico Ferrara e Paolo Colavero, per la lettura di testi e correzione, un ringraziamento agli ex allievi IIPG, ora brillanti colleghi, che hanno potuto sviluppare idee e pratiche di gruppo in ambiti psichiatrici molto difficili, non solo per la complessità dei pazienti, ma anche per la possibilità di “stare” nelle istituzioni, potendole pensare come organismi e come gruppi impliciti.

Grazie a Valerio Galeffi con cui condividiamo l’impegno dell’ABA di Roma.
Grazie ai Docenti ed ai Didatti dell’IIPG, milanesi e nazionali.
Grazie al gruppo di ARGO.
Grazie a Mario Perini.
Grazie ai Maestri di sempre, Claudio Neri, Marco Sarno, Antonello Correale, Mario Rossi Monti, Stefania Marinelli, Diego Napolitani, Franco Borgogno e Eugenio Gaburri.