Scena edipica scomposta
Abstract
Si descrive il caso individuale di un paziente che porta all’inizio dell’analisi il tema predominante di una scena primaria arcaica multipla e stratificata, i cui fattori costitutivi appaiono “scomposti”, come le fratture ortopediche frastagliate, e condensati in un tempo traumatico cumulativo. La scena edipica presa in esame risulta presto condivisa dall’intero gruppo familiare e, mediante l’attività delle “valenze” che collegano automaticamente all’interno del gruppo gli elementi inconsci affini (Bion, 1961), estesa all’ambiente sociale contiguo, che risuona (Neri, 1995) con i suoi elementi profondi. Sono considerate le difficoltà di enucleazione di tale scena edipica disseminata e dei frammenti che la formano, aggregati dal paziente nell’icona terrifica del corpo materno che potrebbe morire e organizzati infine nel sintomo ossessivo compulsivo severo. Si ipotizza che la diffusione nell’ambiente degli elementi collegati alla tragedia edipica della gelosia e invidia originarie, derivi dalla difesa da esso stesso organizzata a protezione del paziente, la cui vita emotiva, gravemente opacizzata dall’ossessività e destabilizzata dalla oscillazione umorale, esprime una cupezza
destinale. Nella cura si potrà ricostruire che nel collusivo accordo difensivo soggiacente all’interno del gruppo, i sentimenti di emarginazione della scena primaria irrisolta erano stati trasformati in privilegio, e il desiderio edipico negato in sogno escatologico di redenzione dalla colpa, e speranza di ritorno edenico.