Presentazione del numero “Osservazione infantile e presenza analitica”
L’osservazione infantile, un metodo così peculiare e, forse, difficile da comprendere nella sua reale forza ed importanza, vuole qui essere descritto, soprattutto, come strumento fondamentale per imparare ad “essere con”. Imparare cioè a trovare dentro di sé la capacità di tollerare una presenza altra, trattenendosi dal ricorrere immediatamente alla teoria, all’interpretazione ma, semplicemente, lasciandosi riempire da ciò che l’altro ci offre, prendendo il tempo necessario per scoprire come quell’azione si svolge, cosa si ripete e cosa invece si modifica, quali affetti entrano in gioco e chi vi prende parte.
Entrare nella casa di una mamma e del suo neonato, così come in un asilo o in un reparto pediatrico o neonatale ospedaliero, richiede una buona dose di coraggio e quella struttura e sicurezza mentale, il setting interno, che è forse lo strumento principale, e il più arduo, di ogni analista in formazione. Significa entrare in un’organizzazione a noi pre-esistente, in un’intimità, soprattutto quella della diade simbiotica mamma-bambino, in cui si deve trovare un proprio