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Il gruppo come cura

Questa recensione di Daniela De Filippis è già stata pubblicata sul sito dell’Associazione Gradiva

“Il gruppo è un altro molto speciale”
C.Neri, Il gruppo come cura. Raffaello Cortina Editore, 2021

Il gruppo come cura, il gruppo quando cura è un cibo nutriente, appagante, un bell’incontro, un abito che calza bene indosso, a dispetto di qualsiasi misura.

Allora, sazi, sentiamo il desiderio e la curiosità di creare rapporti, costruire sensi, nutrire legami. Il desiderio di Stare in gruppo.

C’è da chiedersi dove Claudio Neri nel suo libro Il Gruppo Come Cura, abbia nascosto la tortura che incalza, il dolore e l’angoscia, il brutale e il terrifico. “Ecco come sono le parole, nascondono molto, si uniscono pian piano fra di loro, sembra non sappiano dove vogliono andare, e all’improvviso, per via di due o tre, o di quattro che all’improvviso escono, parole semplici, un pronome personale, un avverbio, un verbo, un aggettivo, ecco lì che ci ritroviamo la commozioneche sale irresistibilmente alla superficie della pelle e degli occhi, che incrina la compostezza dei sentimenti, a volte sono i nervi a non riuscire a reggere, sopportano molto, sopportano tutto, come se indossassero un’armatura, si dice.” Continua a leggere

Il gruppo come cura

Già nella scrittura della sua prima monografia sul Gruppo (Roma: Borla, 1995) Neri nella sua elaborazione di nuovi paradigmi ricordava le teorie originali di W.R. Bion sul gruppo, e al contempo si differenziava da quelle, con l’esigenza di costruire una teoria specifica e puntuale relativa al funzionamento complesso dei gruppi e al processo analitico di gruppo. In questo secondo libro invece l’Autore sottolinea con maggiore decisione di essersi del tutto, per quanto una separazione possa essere completa, separato da Bion e di essersi immesso nel flusso post-bioniano moderno che tenendo conto della ricerca fondativa, la orienta verso la valutazione delle nuove richieste del nuovo campo sociale, culturale e delle nuove sofferenze psichiche. Fra i due libri notiamo anche una seconda differenza, importante per riflettere. Il confronto con lo “psicoanalista” della seduta duale, che nel primo libro era distanziato, a favore di una costruzione epistemologica specifica del dispositivo di lavoro multiplo, in questo secondo libro 25 anni dopo, l’analista della tradizione individuale classica è ancora in penombra sì, ma, al tempostesso è meglio delineato mediante un confronto indiretto ma più circostanziato, come in un prismache contiene un numero maggiore di piani e facce. Continua a leggere

Migrazioni

Per una clinica transculturale con i migranti e i loro figli in Europa e nel mondo

Abstract

Adattare i nostri dispositivi di cura ai migranti e ai loro figli è una delle sfide maggiori della società europea e del mondo d’oggi in cui le migrazioni sono differenti, numerose e talvolta violente. Questo testo presenta un modello d’accoglienza e di cura basato sulla clinica psicoanalitica e sull’antropologia a partire dalle storie individuali e dai racconti di cura dei migranti in Europa e dei rifugiati in Afghanistan. Questa ospitalità è una delle sfide maggiori della nostra clinica, del nostro lavoro sociale e della nostra società contemporanea. Continua a leggere