Articoli

GiocoLegame

Introduzione

Abstract

In questa introduzione, dopo una breve esposizione dei vantaggi e ambiti applicativi della psicoterapia di gruppo come metodo d’intervento in età evolutiva, vengono sintetizzati brevemente tutti gli articoli che compongono il volume. In questo modo viene data una visione d’insieme del contenuto, seguendo un filo conduttore che lega i diversi aspetti della terapia di gruppo con bambini e adolescenti approfonditi da ogni autore. Continua a leggere

GiocoLegame

La dimensione corporea nei gruppi di bambini

Abstract

Il lavoro si basa sui risultati di una ricerca clinica su gruppi aperti nell’arco di un quindicennio ai quali hanno partecipato bambini di differenti fasce di età. Nel gruppo con i bambini il linguaggio prevalente è quello primitivo del corpo, il cui alfabeto, rappresentato dalla sensorialità e dalla motricità, sollecita direttamente le emozioni: con i bambini è necessario ripartire da questo linguaggio arcaico delle azioni poiché il pensiero risulta invece assorbito dalle esplosioni motorie. La funzione alfa trasforma gli elementi beta in quelli che Bion chiama elementi alfa, vale a dire in quegli elementi psichici che hanno caratteristiche tali da poter essere utilizzati come pensieri. Il conduttore accoglie gli elementi beta, depurandoli degli aspetti angoscianti, e li restituisce ai bambini, fornendo loro in tal modo anche le basi della capacità di pensare. Il percorso trasformativo per i bambini si fonda anzitutto su questo passaggio dall’agire motorio alla capacità di descrivere ciò che si sente.  Si tratta quindi di prendere atto su come il narrativo nei gruppi di bambini si generi attraverso forme di contatto corporeo che spesso arrivano ai confini dell’agito. Di conseguenza la funzione del conduttore si deve fondare prevalentemente sulla capacità di trasformare il cinetico in scene. Continua a leggere

GiocoLegame

La mente in gioco e i legami di gruppo. Quando il gioco può curare e i legami diventano creativi

Abstract

Attraverso il materiale clinico, tratto da gruppi terapeutici tenuti in un servizio ASL per l’età evolutiva di Roma, si segue lo snodarsi del pensiero gruppale, dove il gioco individuale incontra, scontra e intreccia quello collettivo, aprendo la mente ad una creatività multiforme.
I bambini che partecipano ai gruppi presentano quasi sempre una fragilità dell’io, che li rende particolarmente ansiosi e difesi di fronte agli altri, alle difficoltà ed agli imprevisti, con scarsa regolazione degli impulsi, poca presa sulla realtà. Il piccolo gruppo offre loro un luogo dove poter ri-modellare i comportamenti, le relazioni con gli altri e con le cose, in una cornice dove si lavora sull’immaginario, l’emozione e l’incontro, alla ricerca di nuovi modi per gestire l’esperienza. Il gioco della mente, individuale e collettivo, aiuta a svincolarsi dalle coazioni e dai circoli viziosi delle paure, permette di immaginare nuove strategie e trame narrative, interpretando parti o ruoli diversi. Continua a leggere

GiocoLegame

Il Sé e gli Altri. Dal gioco di gruppo alla regolazione affettiva

Abstract

 In questo lavoro si approfondisce un aspetto a mio avviso di grande pregio della terapia di gruppo, ovvero la possibilità di fruire della presenza di più bambini contemporaneamente, che rende più semplice e immediato il manifestarsi di dinamiche relazionali disfunzionali che si accompagnano ai disturbi emotivi. Lo spazio gruppale si presta particolarmente favorevole alla riproduzione di situazioni interattive abituali del mondo quotidiano del bambino, che tramite la diretta osservazione e identificazione con i coetanei o con l’ausilio dell’ “interpretazione correttiva nel corso dell’azione disfunzionale” ad opera del terapeuta, può rimodellare i propri schemi di relazione. Si centra l’interesse su un duplice livello. Da un lato lo sviluppo delle abilità di socializzazione (empatia, comprensione, ascolto e confronto con gli altri), dall’altro su un versante più prettamente intrapsichico, sull’interiorizzazione di una maggiore funzione riflessiva come acquisizione dell’Io. La ripetizione di “esperienze di relazione correttive” favorisce infatti un migliore processo di riconoscimento, gestione e regolazione degli affetti, che sostiene la strutturazione di rappresentazioni interne positive del Sé stabili, arginando in ultima istanza il rischio psicopatologico nel lungo periodo Continua a leggere

SeuratAdolescenti

Dalla trottola alle parole: conduzione e trasformazione in un gruppo terapeutico di bambini.

Abstract

Nella mia esperienza con i gruppi di bambini (età di inizio: 4-5 anni, bambini con un livello intellettivo nei limiti della norma e con blocchi evolutivi più o meno gravi: a volte viene inserito anche un bambino con struttura psicotica di personalità) ho rilevato che i conduttori svolgono funzioni diverse, a seconda del momento del gruppo, funzioni che cercherò di illustrare attraverso la storia di questo gruppo.
Vorrei specificare che tali funzioni in un modello di sviluppo a spirale si intersecano e si sovrappongono permettendo al gruppo di bambini il passaggio, e l’integrazione, da modalità di comunicazione sensoriale, motoria, corporea degli affetti a modalità di comunicazione verbale, utilizzando come ponte la transizionalità del gioco.
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Adulto

L’adulto e le trasformazioni nel gruppo con bambini: dal caos al gioco

Abstract

Il lavoro tratta gli elementi specifici del lavoro clinico con i bambini in gruppo: alcuni di questi elementi sono l’incontro con il caos, con le emozioni primitive e con il coinvolgimento corporeo. Attraversare e trattare con il modello analitico questi elementi è alla genesi di ogni possibilità di strutturazione di un gioco condiviso che possa diventare gioco del gruppo. La presenza dell’adul Continua a leggere

ChagalFiaba

Presentazione, La fiaba e la sua funzione organizzatrice del pensiero

Ogni articolo di questo numero di Funzione Gamma riguarda a suo modo le affinità tra le fiabe – o narrazioni con le stesse caratteristiche delle fiabe popolari – e il processo terapeutico sia individuale che di gruppo. Alcuni di essi mettono a fuoco in particolare la funzione delle fiabe nel processo terapeutico.

Il filo rosso che serpeggia tra tutti questi articoli riguarda l’uso della fiaba come “oggetto mediatore”, sia in psicoterapia che nelle relazioni educative: la fiaba è portatrice di contenuti profondi, e permette in una relazione terapeutica o educativa di potersi avvicinare ad essi in modi non d Continua a leggere

ChagalFiaba

La fiaba come strumento di osservazione: lo psicologo entra in classe

Abstract

Portare una fiaba in classe, all’interno di un setting discusso con chiarezza con l’insegnante che prevede la lettura del testo, il tempo definito della conversazione con i bambini (anche la proposta successiva a ogni intervento di disegnare quanto li ha più colpiti), il tempo definito di discussione con l’insegnante presente durante il lavoro, per partecipare di quanto accaduto, permette di fare un’osse Continua a leggere

Senso

Una casa per il drago

Abstract

Di Giovanni ha denominato ludemi (2005) le unità minimali del gioco e sono gli agglomerati di ludemi che danno vita al pensiero scenico, lavorando appunto attraverso il corpo in gioco.Anna Baruzzi, parlando dei gruppi per l’età evolutiva, descriveva il lavoro con le emozioni come il compito di “dare una casa al drago”.

Il lavoro terapeutico di gruppo con bambini piccoli non può prescindere dall’uso del gioco condiviso che include la messa in gioco a livello corporeo del terapeuta stesso. Il coinvolgimento corporeo diventa la prima casa in grado di accogliere il drago, ovvero le emozioni bollenti. Nel piccolo gruppo a funzione analitica si passa attraverso le forme del caos in cui tutto é indecifrabile, i giochi non sono compiuti, la stanza viene messa a soqquadro. Tutti i conduttori sono tuttavia concordi nell’affermare che si debba tollerare questo stato di caoticità pervasiva prima di arrivare ad un clima produttivo. La tolleranza del nonsenso rapprese Continua a leggere

Senso

Corpi in gioco. Corporeità e sensorialità nell’esperienza con i gruppi di formazione

Abstract

In questo articolo vorremmo esplorare la dimensione sensoriale e corporea presente nel processo gruppale e attivata nella formazione. Con questo nostro contributo proponiamo le riflessioni nate all’interno delle sessioni di attivazione psico-corporea da noi condotte nell’ambito di un progetto formativo più ampio, articolato in più momenti gruppali. In particolare, la nostra attenzione è stata attivata dall’osservazione di come, nel setting gruppale, la comunicazione non avvenga solo attraverso la parola e l’ascolto ma che la percezione di elementi non-verbali possa sopraggiungere in modo potente: la vista e l’olfatto, ad esempio, poss Continua a leggere

RembrandtPsicodramma

Psicodramma ed effetti di presenza

Abstract

In questo articolo, il gioco psicodrammatico presentato attraverso l’esperienza di gruppi terapeutici privati e costituiti da pazienti adulti che hanno precedentemente seguito lunghe terapie individuali, introduce la trattazione alla categoria degli “stati limite”. La descrizione della dimensi Continua a leggere

RembrandtPsicodramma

Un’esperienza di insegnamento all’università di Roma: teoria, metodo e tecnica dello psicodramma analitico

Abstract

L’articolo presenta l’esperienza di un insegnamento-incontro sullo psicodramma analitico tra due cattedre dell’Università Sapienza di Roma, al fine di introdurre gli studenti del quarto anno del corso di laurea in Psicologia ad un apprendimento orientato verso la ric Continua a leggere