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ComeSpecchio

Lansquenet dalla tranquillité al gioco. Dal film “Chocolat” di Lasse Hallström

Abstract

Il nuovo sorprende i sensi, come un vento freddo del nord che sferza il viso, come una mantella rossa che spicca nella cupezza di una serata di fine inverno, come una buona cioccolata calda il cui aroma sa deliziare anche i palati più sospettosi e come una musica straniera che riesce ad attirare persino gli orecchi più induriti; il nuovo profuma di primavera e di risveglio. Il suo arrivo in gruppo sconvolge un equilibrio già esistente, un equilibrio che in alcuni casi è però ormai diventato stantio e puzza di mor Continua a leggere

ComeSpecchio

The movie is about a special form of creative nostalgia

Abstract

“Midnight in Paris” di Woddy Allen, è un film delizioso che si svolge nella città della luce. Il film inizia con una vista spettacolare su Parigi, che ha una qualità magica. Come in una cartolina turistica a libretto, le vedute sono mozzafiato, accompagnate dalla musica romantica di Sidney Becker. La storia parla di uno sceneggiatore di successo Gil (Owen Wilson), in visita a Parigi con la sua fidanzata Inez (Ra Continua a leggere

ComeSpecchio

Psicoanalisi, gruppo e cinema. Note su di un’esperienza formativa di gruppo e cinema

Abstract

In questo lavoro gli category rintracciano due importanti funzioni del cinema dal punto di vista psicoanalitico: la prima è quella di un “film-sonda” che esplora la mente, la seconda di un “film-sogno” che pone il pubblico in uno stato “oniroide” consentendo allo spettatore di avvicinarsi ad un livello regressivo simile all’esperienza onirica. Avanzeranno l’ipotesi del film come una produzione e fruizione gruppale, accennando a diverse teorie di gruppo tra le quali la socialità sincretica (Bleger) come forma di legame silente tra gli spettatori. L’ultima parte del lavoro sarà dedicata alla descrizione di un dispositivo gruppale che gli category hanno utili Continua a leggere

ComeSpecchio

Introduzione al numero Psicoanalisi e Cinema: “Come in uno specchio”

Cinema e Psicoanalisi, nate entrambe alla fine del XIX secolo, occupano un posto centrale nella cultura contemporanea. Non sorprende che sia gli studiosi di cinematografia che gli psicoanalisti debbano impegnarsi in quello che sempre più diventa uno stimolante dialogo interdisciplinare. In anni più recenti questo confronto ha trovato il suo spazio abituale nei congressi psicoanalitici, nonché in molte pubblicazioni dedicate. Enumererò in questa sede le principali prospettive intraprese in questi studi.

Alcuni category hanno identificato importanti analogie nella struttura filmica e in quella analitica, nella funzione e nei modi di espressione (basti pensare al concetto di proiezione); secondo Gabbard (Gabbard 1997)[1] “in larga misura, i film parlano il linguaggio dell’inconscio”. Molta riflessione è stata rivolta a quello spazio creativamente ambiguo, che caratterizza sia il cinema che la psicoanalisi, situato tra reale e immaginario, documentario e finzione narrativa, storia e esperienze soggettive. Più specificamente, l’interesse di molteplici category si è concentrato sul mondo onirico (Hollywood da sempre è descritta come la fabbrica dei sogni), poiché se l’interpretazione dei sogni rappresenta la via maestra di accesso all’inconscio, forse anche l’esplorazione dei film ci può condurre nella medesima direzione. Film e sogni condividono una equivalenza morfologica, in quanto entrambi possono essere considerati come mezzi per esprimere i nostri desideri latenti inconsci attraverso i loro contenuti manifesti, ed entrambi usano, allo scopo di aggirare la censura, simili meccanismi, quali condensazione, espressione simbolica e distorsioni di tempo e spazio. Concetti analitici, come quello di “schermo dei sogni”, sono rilevanti a questo riguardo. Altri category, influenzati dalle teorie di Lacan sulla distinzione tra ordine reale, immaginario e simbolico, sulla fase dello specchio durante lo sviluppo e sulle dinamiche del desiderio, si sono invece focalizzati sulle strutture sottostanti la produzione di significato nei film. Una critica a questa prospettiva è quella che tende a descrivere il desiderio negli spettatori in termini negativi, come se originasse in assenza degli “oggetti significanti” sullo schermo. Continua a leggere

Unitas Multiplex La funzione terapeutica del rito nella psicoanalisi di gruppo e nelle culture tradizionali:convergenze e diversità

Abstract

L’ autore si ispira alla metafora dell’ Unitax Multiplex per affrontare un lavoro sui gruppi dal punto di vista psicoanalitico e antropologico per via della molteplicità delle prospettive nel tentativo, allo stesso tempo, di individuare parametri di unitarietà. Verrà approfondita la funzione terapeutica nei gruppi con una particolare attenzione agli aspetti mitico-rituali, tenendo conto che i fattori contingenti dell’incontro che realizza un piccolo gruppo a funzione analitica hanno elementi di similar Continua a leggere

Il sogno e la sua interpretazione, dalle culture tradizionali alla psicoterapia di gruppo

Abstract

Il sogno è un’esperienza umana, che viene filtrata attraverso le lenti del nostro linguaggio, dei nostri valori sociali, e del simbolismo culturale. Evidenziando come il sogno sia stato utilizzato nelle culture tradizionali: il potenziale creativo del sogno, guida e presagio, fonte di conoscenza, orientamento, passaggio verso altre dimensioni, tutte queste pratiche sottolineate ed analizzate da tanti antropolog Continua a leggere

Commenti al colloquio con Balbino

Abstract

L’interesse di un colloquio come questo sta nel confrontarci con un sistema interpretativo del sogno differente da quello che propone il modello che la psicoanalisi ha elaborato a partire dalla clinica della cura individuale. Il colloquio pone delle questioni che noi dob Continua a leggere

GauguinAnoressia

Presentazione dell’edizione “Gruppo con pazienti anoressiche: fattori terapeutici”

L’anoressia può essere descritta in diversi modi, a seconda del modello usato. All’origine, essa era vista da Freud come uno dei versanti di realizzazione del lavoro dell’isteria (1895). Da Abraham (nei bellissimi studi sul carattere e gli stadi di sviluppo pulsionale, che ancora oggi ci insegnano a comprendere l’ancoraggio alla posizione orale, e il lavoro della sublimazione), essa rappresentava uno stato di fissazione, o un naufragio pulsionale della posizione orale. Successivamente, con la
psicoanalisi oggettuale kleiniana, si poteva pensare all’anoressia in termini di una posizione PS_D gravemente insufficiente. Mentre nella revisione trasformativa portata dal pensiero di Bion, la somatizzazione anoressica potrebbe essere descritta nei termini di una realizzazione dellafunzione contenitore-contenuto invertita (Bruni, 2002).
Il punto di vista del mancato sviluppo del processo di separazione-individuazione (Mahler, 1975) e di simbolizzazione (Segal, 1957) e l’idea degli oggetti transizionali di Winnicott (1971), hanno contribuito a sottrarre il tema ai modelli topici, spaziali e processuali, valorizzando piuttosto la condizione originaria in termini temporali e relazionali e di”evironment” primario. Continua a leggere

GauguinAnoressia

Ripensando alla terapia di gruppo per pazienti anoressici

Abstract

Quest’articolo presenta un approccio all’attività coi gruppi di pazienti anoressici attraverso la decodificazione del linguaggio primitivo concreto in qua Continua a leggere

sogno e gruppo

La trama polifonica dell’intersoggettivo nel sogno

Abstract

Le mie ricerche sullo sogno sono basate sull’ipotesi che si sviluppa nella struttura polifonica del interdiscusività. Questa ipotesi deva molto al lavoro di M.  Bakhtine e dei suoi seguaci. Bakhtine ha introdotto l’idea che la struttura letteraria si elabora all’incrocio di molte strutture, asi come la parola è una polifonia di molte scritture: quella dello scrittore, quella che tiene conto del destinatario, del contesto storico, etico e culturale. Sognare si forma nella Continua a leggere

sogno e gruppo

Sogni: sono personali o collettivi?

Abstract

La storia e l’origine dei sogni sono antiche, misteriose e rivelatrici. I sogni sono stati utilizzati per fare profezie, per scopi divinatori, per accedere al mondo dello spirito e per estendere la nostra visione oltre i nostri limiti diurni. La Grecia antica cercò la guarigione attraverso il sonno e i sogni. Bion afferma che le allucinazioni di un soggetto psicotico sono dovute alla sua incapacità di sognare, di beneficiare della normale attività onirica. Kohut e gli psicologi del Sé ritengono che i sogni siano rivelatori dello stato inconscio del Sé e che offrano al terapeuta uno strumento utile per agevolare l’autoguarigione.
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sogno e gruppo

L’immagine, mediazione nel gruppo

Abstract

L’immagine in quanto mediazione, nel dispositivo individuale e nel dispositivo gruppale è l’occasione per mobilitare il processo primario nell’inconscio, in un movimento di regressione necessario alle figurazioni iniziali. A partire da questo modo di figurazione possiamo pervenire ad un autentico processo di simbolizzazione, cioè un collegamento tra il processo primario e il processo secondario attraverso l’intermediario del processo terziario (André Green). Il Continua a leggere

sogno e gruppo

Il racconto dei sogni come richiesta di contenimento e di elaborazione nella terapia di gruppo

Abstract

Il tema del sogno e del racconto di sogno nel gruppo è trattato dall’autore nei termini di una funzione specifica e intersoggettiva che consente di elaborare, se il gruppo è ben condotto e orientato, conflitti psichici ritenuti Continua a leggere

sogno e gruppo

La comparsa del sogno in un gruppo di bambini

Abstract

L’autrice considera l’uso “efficace” della metafora nel gruppo dei bambini perché essa mette i soggetti in relazione cognitiva ed emotiva: “Il pensiero metaforico rappresenta un particolare modo di ottenere una maggiore comprensione “(Black, 1962-77) e assume un valore cognitivo evolutivo per lo sviluppo delle idee e del linguaggio. L’intervento analitico sviluppa nel gruppo il pensiero metaforico e promuove l’insiemità spazio-temporale per qualcosa in attesa di essere narrato. Nel gruppo di bambini, alla ricerca del linguaggio, l’efficacia della metafora è Continua a leggere

sogno e gruppo

Bambini che sognano in gruppo

Abstract

Il sognare insieme in modo esplicito ha permesso ai bambini in gruppo, di cui sono riportati alcuni sogni, di appropriarsi della ‘cultura latente’ delle immagini oniriche, e passare dalla condizione di terrore della frammentazione della statua all’ingresso del labirinto alla ‘domesticazione’ delle immagini appartenenti ad una memoria affettiva. Nel gruppo di bambini che sognano si può imparare a vedere. Una fantasia di procreazione che si presenta alla fine del gruppo indica che ciò che è stato generato è l’identità individuale dei singoli membri, che Continua a leggere

sogno e gruppo

Potenzialità trasformative del gruppo

Abstract

L’autrice intende chiarire anche con un esempio clinico alcuni aspetti del lavoro di gruppo, la sua potenziale efficacia per le patologie adolescenziali in cui spesso la famiglia di origine non è stata in grado di fungere da adeguato contenitore. In questi casi il gruppo terapeutico, date le caratteristiche descritte, può offrire un rassicurante Continua a leggere

sogno e gruppo

Sogno e gruppo

N.1 – Pubblicato nel 1999  (Ristampato nel 2004) – Il dipinto di copertina è di Gustav Klimt “La vergine” – 190×200 cm olio su tela Praga Narodn Galerie