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EscherAdolescenti

Il virtuale psichico e le sue insidie: hikikomori e relazione d’oggetto virtuale

Abstract

Il cervello costruisce costantemente delle rappresentazioni virtuali che permettono di attuare simulazioni mentali e la possibilità di anticipare le azioni. Queste rappresentazioni differiscono dai mondi immaginari perché si articolano costantemente con le informazioni provenienti dagli organi di senso per consentire poi l’adattamento al reale. Questa connessione può essere interrotta in due modi. Il primo è tagliar via ogni legame tra le rappresentazioni anticipatorie e il rimando che proviene dall’esperienza. Il soggetto vive allora come sospeso, senza progetto e senza futuro. Questo è il fenomeno Hikikomori, che è indipendente dall’uso di uno schermo digitale. Il secondo è quello di ignorare totalmente le informazioni che derivano dagli organi di senso pensando che il mondo con cui si entra in contatto si presenti così come è anticipato mentalmente. Il soggetto, allora, accetta l’altro solo nella misura in cui l’altro coincide con le proprie aspettative. Non si tratta più soltanto di una relazione con un oggetto virtuale psichico (o Rov), che le informazioni fornite attraverso i sensi tendono a ridefinire costantemente. La propria relazione con l’altro diviene virtuale. È questo

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GiocoLegame

Gruppo e gioco. Lo psicodramma analitico di bambini

Abstract

L’autore illustra il percorso terapeutico che un bambino e la sua famiglia possono compiere dalla richiesta iniziale di aiuto alla partecipazione al gruppo di psicodramma e all’offerta congiunta di consulenza per i genitori. La psicoterapia infantile si distingue per il fatto che a portare la domanda d’intervento siano gli adulti per il bambino e non il bambino stesso. Da qui l’importanza del lavoro preliminare, atto a districare la richiesta dei genitori e la domanda del bambino. L’ingresso nel gruppo è una delle possibilità in cui il minore accede all’esperienza, condivisa con altri coetanei, di ritrovare la radice sintomatica del suo discorso, nel rapporto come soggetto con l’Altro familiare. Il sintomo del bambino rappresenta in nuce una risposta al desiderio di questo Altro. Gioco e gruppo vi assumono quindi una dinamica particolare nello svolgersi delle sedute. I riferimenti a Freud e a Lacan, accompagnati dall’esposizione di due vignette cliniche, mettono in luce le questioni che si dipanano per ciascun partecipante attorno alla costruzione del romanzo familiare dell’inventore della psicoanalisi e alla rilettura dello psicoanalista francese con il mito individuale del nevrotico. Attraverso le categorie strutturali di Immaginario, Simbolico e Reale viene analizzato il discorso del bambino nel suo rapporto con la sessuazione, che riprende le Teorie Sessuali Infantili (TSI) di freudiana memoria. Continua a leggere