Articoli

Introduzione a Bion e Jung

Il confronto tra il pensiero di Bion ed il pensiero di Jung è diventato, negli ultimi anni, un settore di crescente interesse, per una parte almeno degli psicoanalisti e degli psicologi analisti, quella trasversalmente più aperta al dialogo e ad un atteggiamento ‘pluralista’ verso la conoscenza. Questo numero di ‘Funzione Gamma’ nasce dall’invito di Stefania Marinelli ad esplorare questo campo attraverso i contributi di autori provenienti da vari ambiti: psicoanalisi, psicologia analitica, psicoanalisi di gruppo. Appare necessario a mio parere fare una premessa relativa al ‘piccolo gruppo’ costituito dagli AA. qui presenti con i loro lavori. Esiste un intreccio estremamente complesso, storico e fantasmatico, in ogni incontro che affronti una tematica relativa ad un confronto tra autori che sia riconducibile alle vicissitudini della storia della psicoanalisi; e la vicenda che dapprima unì e poi separò  Freud e Jung è da considerarsi, a mio parere, una sorta di antefatto mitologico, con aspetti  traumatici ancora non completamente  elaborati, che ha lasciato per trasmissione transgenerazionale le sue tracce nelle svariate generazioni di analisti dell’ una e dell’ altra scuola, ancora a distanza di più di  un secolo.  Quindi anche nel ‘campo’ – mi rifaccio alla concettualizzazione di ‘campo’ gruppale di Claudio Neri (2003) – del gruppo di autori di questo numero di ‘Funzione Gamma’ sono Continua a leggere

Transiti corpo-mente. L’esperienza della psicoanalisi

A cura di Basilio Bonfiglio
FrancoAngeli 2014

Il volume, a cura di Basilio Bonfiglio, racchiude l’evoluzione del pensiero di Carla De Toffoli. I capitoli sono basati su precedenti pubblicazioni dell’Autrice. Nei sentieri del volume troviamo casi clinici, coraggiosi avanzamenti teorici ed esperenziali, complesse e originali riflessioni sulla validità e potenzialità del metodo psicoanalitico.

Prima di soffermare l’attenzione sui punti salienti del testo, volevo riportare le parole del Dott. Paolo Tranchina e di altri colleghi che hanno lavorato con l’Autrice i quali  la descrivono così:
“Carla aveva la capacità, fuori dal comune, di capire il paziente, soprattutto pazienti  psicotici, aveva una raffinata sensibilità relazionale, aveva il  potere risolutivo delle crisi psicotiche, anche le più gravi. Stando vicino al paziente in crisi, sempre alla distanza giusta, prendeva come dentro di sè la sua follia, la lavorava internamente, la digeriva, la trasformava e la restituiva all’altro come cibo, latte integrabile. Aveva la straordinaria capacità di rendere intellegibile ciò che era dissociato, di restituire all’ordine del senso la dimensione abitata dal non-senso, di rendere condivisibile la follia.”
Già nelle prime pagine del libro, si intuisce l’essenza dell’opera complessa e affascinante di una psicanalista di grande rigore scientifico. Continua a leggere

“Gruppo” di Claudio Neri

Oggi come nel 1995, l’anno della prima edizione, c’è una cosa che colpisce subito del libro di Claudio Neri, ancora prima di sfogliarlo, ed è il titolo: semplice, efficace, elegante. Costituito da una sola parola che sottende una moltitudine: Gruppo.
Come anche Phartenope Bion Talamo sottolinea ed approfondisce nella presentazione: <<Il titolo stesso, Gruppo, elegantemente essenziale, di questo libro di Claudio Neri, svela uno dei suoi aspetti più importanti, una sua caratteristica basilare, che non viene mai esplicitata in quanto tale. Neri qui sta parlando di un certo tipo di aggregazione umana, tanto comune in ogni tipo di società da far pensare che si tratti di una caratteristica della specie, per cui il suo discorso non si limita agli spazi angusti dei gruppi formati artificialmente per favorire il loro studio, ma si riferisce a tutti i gruppi umani, ferma restando la distinzione tra gruppo e massa.>>

Prima di entrare nel vivo della questione una piccola digressione personale: recensire questa nuova edizione del testo di Claudio Neri è qualcosa di emozionante. Lessi il testo da studente e lo trovai da subito interessante e soprattutto diverso. Era il 1997, l’ipertesto era nato da poco e le persone ancora leggevano i libri solo sulla carta, che era ancora il mezzo più usato, seguendo un continuum che andava dall’inizio alla fine. I social network non erano ancora stati inventati.
Il libro “Gruppo” anticipava i tempi, i riquadri di approfondimento presenti nelle Continua a leggere

Recensione “Transiti, Scritti su psicanalisi cultura e società (1976 – 2005)”

di Lucilla Ruberti

Transiti, passaggi, dimensione entro la quale il libro si manifesta permettendo al lettore di “transitare” in differenti quanto simili dimensioni della conoscenza, una conoscenza mai disgiunta dalle emozioni e sempre aperta al dialogo. Contributi che spaziano in testi ampi e trasversali evidenziando dialoghi e dibattiti ma anche conflitti che permettono trasformazioni negate nel tempo rispetto alla possibilità di un incontro tra discipline.

Interventi che esprimono una visione ispirata ad una psicanalisi non riduttiva né chiusa all’autosignificazione ma che si presenta come dialogante con gli altri ambiti del sapere in una forma Continua a leggere

Psicoanalisi in tempi di crisi

Gazzillo, F., Fontana, A. (a cura di) (2011)

In questo testo è presentata la prima traduzione italiana di Zehn Jahre Berliner Psychoanalytisches Institut. Poliklinik und Lehranstalt/Hrsg. v.d. Dt. Psychoanalyt. Gesellschaft. Mit e. Vorw. v. Sigmund Freud. Wien: Internationaler Psychoanalytischer Verlag, 1930, relazione a cura del dr. Max Eitingon sui dieci anni di attività dell’Istituto Psicoanalitico di Berlino, di cui egli stesso fu fondatore nel 1920.
Una testimonianza preziosa sul primo progetto di psicoanalisi applicata alle istituzioni terapeutiche, che abbia interrogato la comunità analitica circa la necessità di rispondere alla natura sempre più articolata del rapporto tra domanda di cura e disagio della civiltà. Continua a leggere

EscherIstituzioni

Forme delle istituzioni. processi distruttivi e creativi

Abstract

Il contributo affronta diversi aspetti della vita delle istituzioni. Vengono messi in luce, attraverso un’analisi che si articola sia sul piano antropologico che psicoanalitico, aspetti contrastanti ma compresenti. Partendo dall’analisi del recente film The lobster, che descrive una condizione istituzionale rappresentante un’angosciante forma di distopia che favorisce vissuti individuali e gruppali di tipo conformistico e distruttivo, si propone un confronto con quelle forme istituzionali che, al contrario, si configurano in relazioni solidali e creative. Il lavoro propone una riflessione sulla relazione tra i contesti emozionali specifici nelle istituzioni di tipo psichiatrico, gli assetti costruttivi e distruttivi dei comportamenti rituali che ritroviamo in vari tipi di culture e le dimensioni psicodinamiche del gruppo.

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FunzioneSalute

Iscrizione all’interno della comunità. Note sull’approccio lacaniano al trattamento in gruppo della psicosi

Abstract

L’autore intende la psicoanalisi come esercizio spirituale e la colloca come base fondante della Comunità Terapeutica. Egli critica gli approcci contemporanei al trattamento della psicosi, poiché mettono in atto qualcosa di simile al desiderio di essere altrove -akēdia- sia per quanto riguarda le aspettative che l’incomprensione del ‘luogo’ della natura. Questo atteggiamento porta a un evitamento dell’essere-con la psicosi. Tali premesse aprono di fatto la discussione sulla necessaria formazione degli operatori di una comunità terapeutica che non può essere racchiusa nella parola training. La formazione degli operatori è nell’essere, nell’appartenere alla stessa comunità terapeutica e non può che far preciso riferimento ai concetti edipici di confine e di Legge.

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FunzioneSalute

Il ruolo della psicoanalisi nella crisi del welfare: dalla cura del paziente alla cura delle istituzioni curanti

Abstract

Gli sviluppi recenti della ricerca psicoanalitica nei territori di frontiera hanno offerto evidenze sempre più convincenti delle strette relazioni tra mondo interno, gruppalità e società esterna. Su queste basi l’autore esplora gli attuali scenari di crisi del welfare e la parallela crisi di credibilità e di mercato della terapia psicoanalitica, e suggerisce che in futuro la psicoanalisi potrebbe spostare il proprio focus dal trattamento dell’individuo allo studio del gruppo e dell’istituzione, rifondandosi come “clinica dell’organizzazione” e migliorando l’efficienza, la consapevolezza e il benessere nei luoghi di lavoro. Perché ciò si realizzi occorre che sappia superare la diffidenza per il dialogo interdisciplinare con altri approcci, metodi e discipline, e il disagio nel confrontarsi con questioni estranee alla propria cultura, come il denaro, il potere e il lavoro.

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GiornateRomane

Il clima emotivo: costruzione e contributo al cambiamento

Abstract

Gli autori presentano considerazioni cliniche a partire dalla esperienza maturata nei gruppi multifamiliari. Affrontano il tema della costruzione del clima emotivo e del contesto che favorisce il lavoro del gruppo, così come la funzione dei terapeuti e la co- terapia, l’attenzione alle esperienze emotive, il clima di rispetto e di solidarietà, il rapporto tra mondo

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EdipoGruppo

Scena primaria, il gruppo analiticamente orientato e le configurazioni edipiche

Abstract

Questo scritto si propone di evidenziare come i mutati contesti sociali abbiano potenzialmente modificato le fantasie e i vissuti relativi alla scena primaria e alle configurazioni edipiche, riducendo lo spazio alla immaginazione e ai processi di soggettivazione, con il rischio di ricadute negative sia a livello del soggetto sia delle sue modalità relazionali. L’autrice sostiene che il gruppo analiticamente orientato possa essere quell’ambito che permette il recupero di un pensare immaginifico e creativo, capace di nutrire il soggetto e ampliarne le modalità relazionali, senza cadere nell’errore di scambiare la parte con il tutto e di aderire a pregiudizi omologanti.

Il gruppo, infatti, porta i partecipanti a rivisitare le tappe essenziali dell’esistenza, a rivedere le proprie fantasie sulla sessualità, sui rapporti fra le generazioni e sugli aspetti transgenerazionali, insieme a tutta la complessità delle configurazioni edipiche attuali. La possibilità di affrontare gli aspetti mortiferi che attraversano la tragedia edipica,

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GruppoFamiglia

Presentazione del numero dal titolo “Famiglia, gruppo e psicoanalisi”

Questo numero è il seguito di uno precedente uscito ormai un anno fa e intitolato “Osservazione infantile e presenza analitica”. Il nostro percorso è quindi partito dalla riflessione silenziosa, non giudicante né interpretativa su un neonato e il suo contesto di cura e passa ora invece ad analizzare le possibilità di un lavoro terapeutico, attivo e co-costruito, con il gruppo famiglia.
Nel primo numero ci si chiedeva infatti cosa l’osservazione infantile potesse insegnare ad un analista in formazione e si sottolineava in particolare il fatto che questo percorso metta in contatto l’osservatore con delle quote infantili e arcaiche che sempre rimangono attive nella psiche e che è quindi bene mantenere a mente anche nel lavoro con gli adulti. Notiamo ora che la configurazione psichica familiare che viene esperita in fieri nell’osservazione infantile, rimane centrale anche nel lavoro terapeutico con le famiglie. Come e più dell’osservazione, infatti, il lavoro terapeutico psicoanalitico con il gruppo famiglia permette di raggiungere e comprendere la strutturazione originaria su cui la famiglia si regge, la matrice arcaica dalla quale il nucleo familiare è stato costruito e dalla quale si strutturano le individualità dei figli.
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MusicaGruppo

Autismo e musica: un incontro spesso riuscito

Abstract

L’interesse dei bambini autistici per la musica è stato rintracciato molto presto e così pure le loro competenze musicali. Perché l’incontro fra il bambino autistico e la musica è possibile quando quello con la parola è così difficile ? L’ipotesi che sosteniamo in occasione di questo articolo è che la musica permetterebbe all’autistia di fare l’esperienza

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La psicoanalisi nell’Era del Cyberspazio. Intervista a Glen O. Gabbard

Domanda. Dr. Gabbard, dopo anni è tornato a Roma per presentare una relazione dal titolo: “La riservatezza, il Sé, e la pratica della psicoanalisi nell’era di Internet”(1). Una nuova frontiera su cui è necessario stare e riflettere, se la psicoanalisi vuole tenersi in contatto con le nuove patologie della contemporaneità.

Da quanto tempo ha iniziato ad occuparsene? Cosa l’ha spinta a farlo?

Glen O. Gabbard. Non ho potuto evitarlo. Il mondo è cambiato. La pratica analitica e la terapia, sono cambiate. I pazienti si aspettano di contattare via e-mail o sms, il proprio analista o terapeuta. Pazienti che ho in carico, sono stati soliti richiedere un cambio di appuntamento via sms. Prima dell’incontro iniziale, sono stati a ricercarmi su Continua a leggere

Festim

Perché la psicoanalisi nel tempo della povertà?

Abstract

Il gruppo psicoanalitico è caratterizzato da un lavoro auto-rappresentativo: tutto ciò che avviene nel gruppo è materiale per la messa in senso del gruppo stesso. Pensieri, affetti, espressioni somatiche, suoni, rumori, etc. tendono a formare un tessuto multidimensionale che con felice espressione, Francesco Corrao ha chiamato <<contesto autointerpretantesi>> (Corrao, 1979). In tal senso il gruppo non può che essere delimitato operazionalmente dal setting che ne stabilisce i limiti ma è al contempo in relazione dinamica con i livelli di realtà nei quali è immerso.
In questo lavoro tento di individuare alcuni momenti di fondazione del modello nato dalle esperienze di Bion per mettere in evidenza, nel caso di gruppi attivi in contesti istituzionali, l’importanza presente sin dalle origini, di una prospettiva di campo in cui l’atto clinico non sarà mai un’operazione tecnica avulsa dall’istituzione ma parte integrante di essa. Continua a leggere

Psicoanalisi multifamiliare. A proposito della tecnica: contributo alle riflessioni sui gruppi di psicoanalisi multifamiliare nei CSM.

La proposta contenuta nelle riflessioni qui di seguito riportate, verterà su alcuni aspetti della clinica del gruppo multifamiliare (inteso secondo il modello proposto da G. Badaracco) ed , evidenziando elementi della clinica, vuole porre interrogativi relativi alla tecnica.
Voglio iniziare ricordando il mio “impatto” con l‟esperienza del gr. m.: impatto emotivo per l‟attivazione delle correnti emotive che il gruppo facilita, ma anche perché vi arrivavo senza la “mediazione” costituita dalle conoscenze teoriche relative a tale esperienza.
Nelle primissime fasi di avvio del gruppo (a quei tempi non vi partecipavo a causa dell‟esiguo numero di ore che caratterizza la mia attività di psichiatra presso la struttura pubblica) ho inviato numerosi pazienti sull‟onda di una disponibilità , una sorta di fiducia di base nei confronti del pensiero di Badaracco, che conoscevo soprattutto per i suoi lavori sulla psicosi, e naturalmente nei confronti del primario dell‟ambulatorio, A. Narracci. Continua a leggere

Gruppo – Arte – Psicoanalisi

UNIVERSITA’ DI ROMA ‘LA SAPIENZA’

Facoltà di Psicologia 1°
A.A. 2004-2005

Cattedra di
FONDAMENTI DI DINAMICA DI GRUPPO
prof. Claudio Neri (A-Z)

Cattedra di
LABORATORIO DI DINAMICA DI GRUPPO
prof. Paolo Cruciani (A-Z)
Facoltà di Scienze Umanistiche

Cattedra di
SEMIOLOGIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
prof. Carla Subrizi

Con l’intervento di
Cesare Pietroiusti ed Emilio Fantin
Su una proposta di
Elisa Ottaviani e Carla Subrizi

Gruppo-Arte-Psicoanalisi

Elisa Ottaviani
27-29-30 aprile 2005

Nei giorni 27 e 29 aprile 2005, si sono tenute presso il corso di Fondamenti di dinamica di gruppo alla facoltà di Psicologia 1°, due lezioni incentrate sulla questione Arte–Gruppo-Psicoanalisi in collaborazione con Carla Subrizi, docente di Semiologia dell’arte contemporanea presso la facoltà di Scienze Continua a leggere

Henegan

La nozione di malattia. Considerazione storiche, antropologiche e cliniche

Abstract

Gli category presentano un dialogo teso a illuminare la nozione di malattia, in un’ottica complessa e multidisciplinare. Seguendo un percorso storico dello sviluppo della nozione, vengono dapprima individuati gli elementi di valore della medicina ippocratica, per poi articolare la nozione con gli sviluppi che essa ha ricevuto nell’ambito della psicoanalisi e della psicoanalisi di gruppo. Continua a leggere

GiorgioneFilosofi

Riflessioni preliminari su Psicoanalisi e Narratologia

Abstract

L’autore sottolinea le analogie e le differenze tra la psicoanalisi e la narratologia. Particolare attenzione viene data ai vari modi di intendere l’interpretazione e il concetto di personaggio. Viene sottolineata la complessità della situazione analitica in cui due testi e due lettori agiscono su m Continua a leggere

ComeSpecchio

Cinema, psicologia, psicoanalisi e sofferenza mentale: Rassegna filmografica

Nella rassegna filmografica sono inclusi film che a vario titolo possono essere considerati interessanti da un punto di vista psicologico o della salute mentale. Nella scelta dei film sono stati seguiti diversi criteri: contenuto esplicito del film, taglio e spessore psicologico dei personaggi o dell’atmosfera evocata, possibile utilizzo clinico o didattico e presenza di dinamiche di gruppo. Per quanto riguarda il contenuto ci riferiamo alla presenza di personaggi con disturbi mentali, di un professionista della salute mentale, di una struttura psichiatrica. Va da sé che nell’ultimo caso siano in genere presenti tutti questi elementi, con qualche eccezione, come nel caso The Escaped Lunatic nel quale ad esempio manca il professionista. Nei primi due casi, gli elementi si possono ritrovare insieme, nello studio dell’analista ad esempio, o singolarmente; a volte è presente sola una persona con problematiche psichiatriche o solo un terapeuta tratteggiato nella sua vita privata. In alcuni casi, molto frequenti in realtà, la persona con problemi mentali ed il professionista sono costituiti dalla stessa persona, Continua a leggere

ComeSpecchio

Cinema, psicologia, psicoanalisi e sofferenza mentale: Bibliografia generale

Nella bibliografia generale sono presenti lavori che rientrano a diverso titolo nel vasto campo di studi dedicato al rapporto tra cinema, psicoanalisi e sofferenza mentale. Tale raccolta non ha la pretesa di essere esaustiva, anche se contiene un numero considerevole dei lavori sul tema, e non si pone assolutamente un carattere criterio-valutativo. I lavori sono elencati in ordine alfabetico avendo voluto evitare ogni classificazione tematica lasciata alla curiosità del lettore. Si trovano anche lavori non scritti direttamente da psicoanalisti, ma anche da filosofi, critici, semiologi, letterati; in effetti dopo un iniziale periodo nel quale di questo argomento si sono occupati prevalentemente psicoanalisti su riviste specialistiche, dalla fine degli anni sessanta molte discipline si sono occupate di questa tematica e molte riviste, anche di cinema, hanno ospitato questi lavori: si pensi al numero monografico della rivista francese Communications che nel 1975 uscì con il titolo Psychanalyse et Cinéma con articoli di Barthes, Baudry Guattari, Metz e altri. Altri titoli afferiscono al campo della semiologia e della filmologia, le quali utilizzano nelle loro analisi costrutti psicoanalitici: si pensi all’uso delle teorie lacaniane da p Continua a leggere

ComeSpecchio

Alcune note introduttive per una lettura psicoanalitica de “I Simpson”

Abstract

Attraverso un excursus sulla letteratura psicoanalitica che si è occupata del rapporto tra creatività e arte, gli category vogliono evidenziare come la sitcom animata I Simpson si possa attualmente configurare come una produzione artistica di alta valenza simbolica in grado di fornire signi Continua a leggere

ComeSpecchio

Psicoanalisi, gruppo e cinema. Note su di un’esperienza formativa di gruppo e cinema

Abstract

In questo lavoro gli category rintracciano due importanti funzioni del cinema dal punto di vista psicoanalitico: la prima è quella di un “film-sonda” che esplora la mente, la seconda di un “film-sogno” che pone il pubblico in uno stato “oniroide” consentendo allo spettatore di avvicinarsi ad un livello regressivo simile all’esperienza onirica. Avanzeranno l’ipotesi del film come una produzione e fruizione gruppale, accennando a diverse teorie di gruppo tra le quali la socialità sincretica (Bleger) come forma di legame silente tra gli spettatori. L’ultima parte del lavoro sarà dedicata alla descrizione di un dispositivo gruppale che gli category hanno utili Continua a leggere

ComeSpecchio

Introduzione al numero Psicoanalisi e Cinema: “Come in uno specchio”

Cinema e Psicoanalisi, nate entrambe alla fine del XIX secolo, occupano un posto centrale nella cultura contemporanea. Non sorprende che sia gli studiosi di cinematografia che gli psicoanalisti debbano impegnarsi in quello che sempre più diventa uno stimolante dialogo interdisciplinare. In anni più recenti questo confronto ha trovato il suo spazio abituale nei congressi psicoanalitici, nonché in molte pubblicazioni dedicate. Enumererò in questa sede le principali prospettive intraprese in questi studi.

Alcuni category hanno identificato importanti analogie nella struttura filmica e in quella analitica, nella funzione e nei modi di espressione (basti pensare al concetto di proiezione); secondo Gabbard (Gabbard 1997)[1] “in larga misura, i film parlano il linguaggio dell’inconscio”. Molta riflessione è stata rivolta a quello spazio creativamente ambiguo, che caratterizza sia il cinema che la psicoanalisi, situato tra reale e immaginario, documentario e finzione narrativa, storia e esperienze soggettive. Più specificamente, l’interesse di molteplici category si è concentrato sul mondo onirico (Hollywood da sempre è descritta come la fabbrica dei sogni), poiché se l’interpretazione dei sogni rappresenta la via maestra di accesso all’inconscio, forse anche l’esplorazione dei film ci può condurre nella medesima direzione. Film e sogni condividono una equivalenza morfologica, in quanto entrambi possono essere considerati come mezzi per esprimere i nostri desideri latenti inconsci attraverso i loro contenuti manifesti, ed entrambi usano, allo scopo di aggirare la censura, simili meccanismi, quali condensazione, espressione simbolica e distorsioni di tempo e spazio. Concetti analitici, come quello di “schermo dei sogni”, sono rilevanti a questo riguardo. Altri category, influenzati dalle teorie di Lacan sulla distinzione tra ordine reale, immaginario e simbolico, sulla fase dello specchio durante lo sviluppo e sulle dinamiche del desiderio, si sono invece focalizzati sulle strutture sottostanti la produzione di significato nei film. Una critica a questa prospettiva è quella che tende a descrivere il desiderio negli spettatori in termini negativi, come se originasse in assenza degli “oggetti significanti” sullo schermo. Continua a leggere