Articoli

Rêverie e amplificazione, porte d’accesso all’inconscio

Abstract
Sono molti i punti di contatto tra le teorie di Jung e Bion, e numerose confluenze concettuali possono essere osservate in diverse tematiche centrali del loro pensiero teorico-clinico: archetipo e pre-concezione, psicoide e protomentale, anima e funzione alfa, recipiens alchemico e contenitore, sincronicità e congiunzione costante, amplificazione e rêverie (Manica, 2014). In questo lavoro, è stata approfondita quest’ultima coppia di concetti, rilevandone una convincente affinità.

L’amplificazione e la rêverie possono felicemente essere considerate, più che semplici strumenti della tecnica, porte di accesso all’inconscio: modalità di immersione e creazione di quello spazio che Ogden definisce il “terzo analitico intersoggettivo”. E’ solo quando si è immersi nella relazione, che le affinità tendono a farsi più evidenti, avanzando verso la scoperta del Sé, secondo Jung, o nella trasformazione in O, secondo Bion. Continua a leggere

PsichiatriaGruppo

Il Sogno di Prometeo – La funzione trasformativa del sogno in un gruppo di pazienti con gravi patologie psichiche

Abstract

L’ipotesi che ha spinto il seguente articolo, nasce da una considerazione di sogni come supporti importanti per la trasformazione analitica. A partire da concetti bioniani, l’autore dimostra, utilizzando come esempio clinico di un gruppo di pazienti con gravi disturbi di salute mentale in cura in un ospedale giorno di servizio pubblico, come può portare una trasformazione nelle relazioni e ampliare la capacità di pensare emozioni lavorando sui sogni del gruppo.

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MemoriaFuturo

Al di là del contenimento: la Prima Guerra Mondiale e le teorie psicoanalitiche di Wilfred Bion

Abstract

L’articolo considera gli scritti di Bion relativi alla Prima Guerra Mondiale, dal suo ritorno nel 1919 come soldato, ai suoi Settanta, come psicoanalista. Ci si domanda come e perché le memorie della guerra siano mutate nel tempo e si esplorano le connessioni fra le sue esperienze come comandante di carriarmati in guerra e il suo lavoro clinico di quarant’anni dopo. Il pensiero psicoanalitico di Bion condivide parecchio con i suoi contemporanei inglesi, come Winnicott e Bowlby nel porre al centro le relazioni familiari precoci e la relazione materna, ma questo reca anche tracce della sua guerra. Al fronte ovest durante gli anni 1917-18 Bion era stato esposto al medesimo genere di stati psicotici Continua a leggere

Campo

Campo gruppale e contesto scolastico. “Quando la società ha prurito ci si gratta a scuola”

Abstract

Abbiamo scelto questa frase iniziale come titolo al nostro lavoro perché crediamo che dia conto di alcune credenze inconsce che sono condivise dai gruppi sociali che costituiscono la comunità, tra genitori, giornalisti, docenti, studenti, politici, governanti.
Attraverso una lettura bioniana, potremmo dire che questi gruppi evidenziano convinzioni che li fanno funzionare come gruppi in assunto di base, sia perché la scuola ha un Leader rappresentante o che incarna un Messia che risolve tutto, sia perché diventa pericolosa e deve essere oggetto di Attacco, non rispondendo, in definitiva, alle aspettative in essa depositate. Questo aspetto è ciò che incontriamo nei discorsi e nelle rappresentazioni oggetto del nostro studio, dal 2005 al 2011, in una ricerca sulla “violenza nella scuola”.
La stessa ricerca ha avuto come focus d’interesse diversi livelli di insegnamento nella zona meridionale della provincia di Buenos Aires e nella zona nord-est della Capitale Federale.
In questo articolo, attraverso un punto di vista che sottolinea il concetto di campo, ci concentreremo su riflessioni che riguardano i gruppi che integrano il livello secondario di insegnamento ufficiale. Tratteremo le rappresentazioni collettive che hanno genitori, docenti ed adolescenti su ciò che “sentono, pensano e fanno in qualità di gruppi integranti dell’istituzione-scuola” quando si verifica un incidente critico nello scenario scolare.
Abbiamo realizzato inchieste, colloqui ed osservazioni partecipanti sugli effetti dell’identificazione interpretata da ogni gruppo come “violenza” e su quali siano le sue pratiche per affrontarla, così come le proposte per fare prevenzione.
Per contestualizzare il tema della ricerca, ci interessava precisare da quando è emerso il problema della violenza scolastica e il concetto operante di bambino, adolescente ed adulto.
Per questo motivo abbiamo anche lavorato sull’archeologia e la storicizzazione della violenza e dell’adolescenza.
Malgrado un alto numero (210) di inchieste e colloqui, non è stato possibile fare una ricerca statisticamente significativa, ma una ricerca qualitativa ed esploratoria che identificherà le variabili e/o le dimensioni del problema.
Si è trattato di un lavoro interdisciplinare, per cui abbiamo costituito una rete tra il Dipartimento di Ricerca dello IUSAM (Istituto Universitario di Salute Mentale dell’Associazione Psicoanalitica di Buenos Aires) e l’ISFD (Istituto Superiore di Formazione Docente) di Avellaneda. Continua a leggere

PicassoSaltimbanchi

Ensoñacion e funzione gamma del gruppo nella costruzione di sogni e miti

Abstract

Con questo lavoro vorrei dare un contributo per una miglior comprensione di alcuni fenomeni mentali, individuali e gruppali, all’origine della costruzione di sogni e miti. Il vertice di osservazione nasce dalla mia e Continua a leggere

Bion

Preconcetto

Abstract
L’autore considera il preconcetto come un metodo di sopravvivenza e protezione della mente nella impossibilità di sviluppare la tolleranza e il contatto con le proprie esperienze emozionali. Senza il contatto intimo con queste ultime l’individuo non riesce a dare senso ai suoi vissuti e deve ricorrere o valersi di sistemi rigidi di credenza e di funzionamento che mirano a sostituire Continua a leggere

GiorgioneFilosofi

Il valore emozionale della narrazione e l’osservazione del bambino

Abstract

Collocare la narrazione fra questi due limiti, rappresentati dalla storia e dall’osservazione permette di mettere in rilievo il valore di sé come trama emozionale intersoggettiva. Ogni narrazione prende senso in rapporto ad una storia, ogni narrazione si nutre dei dati di senso e dell’attenzione all’altro. La temporalità psichica propria della narrazione non sarebbe la stessa della storicizzazione, ma neppure quella dell’attenzione o dell’osservazione. In questa comunicazione facciamo quindi l’ipotesi che la narrazione introduca nei legami una temporalità psichica a fronte del “fuori-tempo” delle ansie primitive. Appoggiandoci principalmente alla clinica infantile, consideriamo la narrazione come una capacità di rêverie (Bion) che acquista un valor Continua a leggere

RembrandtPsicodramma

Un’esperienza di insegnamento all’università di Roma: teoria, metodo e tecnica dello psicodramma analitico

Abstract

L’articolo presenta l’esperienza di un insegnamento-incontro sullo psicodramma analitico tra due cattedre dell’Università Sapienza di Roma, al fine di introdurre gli studenti del quarto anno del corso di laurea in Psicologia ad un apprendimento orientato verso la ric Continua a leggere

RembrandtPsicodramma

Il gioco psicodrammatico come induttore della rêverie

Abstract

L’intento che si propone questo lavoro è di sottolineare la specificità del lavoro di supervisione in un setting di psicodramma analitico, marcando l’importanza del promuovere nel terapeuta una capacità di “costruzione” che nasca e si nutra in uno stato di reverie. Il gioco nello psicodramma è presentato come strumento di frammentazione delle precedenti rappresentazioni del mond Continua a leggere