Abstract
Attraverso il materiale clinico, tratto da gruppi terapeutici tenuti in un servizio ASL per l’età evolutiva di Roma, si segue lo snodarsi del pensiero gruppale, dove il gioco individuale incontra, scontra e intreccia quello collettivo, aprendo la mente ad una creatività multiforme.
I bambini che partecipano ai gruppi presentano quasi sempre una fragilità dell’io, che li rende particolarmente ansiosi e difesi di fronte agli altri, alle difficoltà ed agli imprevisti, con scarsa regolazione degli impulsi, poca presa sulla realtà. Il piccolo gruppo offre loro un luogo dove poter ri-modellare i comportamenti, le relazioni con gli altri e con le cose, in una cornice dove si lavora sull’immaginario, l’emozione e l’incontro, alla ricerca di nuovi modi per gestire l’esperienza. Il gioco della mente, individuale e collettivo, aiuta a svincolarsi dalle coazioni e dai circoli viziosi delle paure, permette di immaginare nuove strategie e trame narrative, interpretando parti o ruoli diversi. Continua a leggere